Cultura

“Io”, Antonio Rezza al Teatro delle Arti per l’unica data toscana

today08/11/2018

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FIRENZE – Unica data toscana della stagione, stasera alle 21.00 al Teatro delle Arti di Lastra a Signa, per “Io”, storico spettacolo scritto dall’attore, regista e scrittore Antonio Rezza insieme a Flavia Mastrella.

Lo spettacolo che viene rappresentato dal 1998, è l’ultimo ad adoperare i ‘quadri’ di scena di Flavia Mastrella: una scultura di metallo sottile sostiene i teli che, disposti in vari piani, risentono del movimento del corpo. Le scene sono quindi coinvolte completamente nell’azione drammaturgica.

Le maschere crudeli di Antonio Rezza svelano un “Io” drammaticamente (e comicamente) contemporaneo che, nella fusione totale tra drammaturgia e forma visiva, si mostra in tutta la sua aggressiva fragilità. Un io libero ed egoista che celebra l’individualismo come unica forma di sopravvivenza degli esseri umani su questa terra.

Flavia Mastrella e Antonio Rezza sono stati premiati con il Leone d’oro alla carriera all’ultima Biennale di Venezia. “Non bisogna avere nessuno che ti dice cosa devi fare – spiega Rezza ai nostri microfoni – Noi non siamo sovvenzionati dal ministero e non abbiamo padroni, penso che il Leone alla carriera abbia premiato anche questo aspetto del nostro modo di lavorare”.

>> Ascolta l’intervista ad Antonio Rezza, in onda per News Box <<

“Il radiologo esaurito fa le lastre sui cappotti dei pazienti mentre un essere impersonale oltraggia i luoghi della provenienza ansimando su un campo fatto a calcio. Io cresce inumando e disumano, inventando lavatrici e strumenti di quieto vivere. Il radiologo spossato avvolge un neonato con l’affetto della madre, un individualista piega lenzora a tutto spiano fino ad unirsi ad esse per lasciare tracce di seme sul tessuto del lavoro. Tre persone vegliano il sonno a chi lo sta facendo mentre il piegatore di lenzora, appesantito dal suo stesso seme, scivola sotto l’acqua che si fa doccia e dolce zampillare. Io mangia la vita bevendo acqua rotta che è portavoce dell’amaro nascere, il piegatore di lenzora parte per la galassia rompendo l’idillio con il tessuto amato. Si gioca all’oca, parte il dado di sottecchio, Io si affida alla bellezza del profilo per passare sotto infissi angusti. Ogni tanto un torneo, un uomo che cimenta in imprese impossibili ma rese rare dalla sua enfasi, un ufo giallo scrutante esseri e parole, un visionario vede vulva nelle orecchie altrui. E Io, affacciato sul mondo terzo dove scopre che, tra piaghe e miseria, serpeggia l’appetito non supportato dalla tavola imbandita. Infine la catastrofe: Io si ridimensiona… ” (Dalla descrizione stampa dello spettacolo).

Scritto da: Redazione Novaradio


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