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Camorra. Infiltrazioni in Toscana: 18 arrestati, tra loro anche 2 poliziotti

today16/05/2014

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polizia-autoFirenze – Fornivano in Toscana supporto logistico al clan camorristico dei Casalesi e agevolavano la latitanza degli affiliati e boss, ma si occupavano anche della raccolta del pizzo e delle tangenti dagli imprenditori toscani, in particolare in Versilia. Per questo 18 persone – un gruppo di imprenditori provenienti dalla zona di Gricignano d’Aversa (Caserta) da oltre 30 anni in Toscana (in particolare insediatisi in Versilia) – sono state colpite da provvedimento di arresto, eseguito stamani dalle Squadre Mobili di Caserta e Firenze, coordinate dallo Sco, per un’inchiesta della Dda di Napoli su infiltrazioni della camorra in Toscana. Alcuni di loro sono ritenute legate al clan dei Casalesi, in particolare delle famiglie Schiavone, Iovine e Russo. Grazie a loro, secondo le indagini, i Casalesi sarebbero riusciti a introdursi nel tessuto economico di quella regione espandendo la sfera dei proprio interessi investendo ingenti capitali in attività commerciali e imprenditoriali.

Tra le attività illecite messe in atto, anche numerosi episodi estorsivi, in particolari ai danni di vittime residenti a Viareggio: le richieste variavano dai 3mila ai 10mila euro. In un’occasione la richiesta del pizzo ha toccato addirittura i 40mila euro. A svolgere il ruolo di collettore tra il clan e le vittime di estorsione – gli imprenditori vessati usavano chiamare gli emissari e i referenti del clan con gli appellativi di “Russia” e “Germania” – era un imprenditore, Stefano Di Ronza (indicato anche da alcuni pentiti) che raccoglieva le tangenti e poi provvedeva a versarle nelle casse del clan.

Tra gli indagati figurano anche 2 poliziotti in servizio alla Presidenza del Consiglio e alla Camera dei Deputati, accusati di avere rivelato informazioni coperte da segreto istruttorio e per i quali sono stati disposti gli arresti domiciliari. I due – Franco Caputo, napoletano di 56 anni, e di Cosimo Campagna, 57 anni, originario di San Pancrazio Salentino (Brindisi) – prestano servizio rispettivamente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio tecnico logistico gestionale) e alla Camera dei Deputati (Ispettorato Generale di PS). Le indagini – secondo alcune indiscrezioni – potrebbero incrociarsi con la vicenda che vede coinvolto l’ex ministro Scajola nel favoreggiamento della latitanza dell’ex parlamentare Amedeo Matacena.

Scritto da: Redazione Novaradio


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