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Case popolari in base alla “toscanità”, la Lega plaude a Nardella. Critica la Cgil – ASCOLTA

today04/05/2018

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FIRENZE – Si infiamma il dibattito sulla riforma dei criteri per l’assegnazione degli alloggi Erp in discussione. Ieri in commissione casa l’audizione dei rappresentanti di Comuni, sindacati e associazioni degli inquilini.

A far discuter però è in particolare la proposta del sindaco di Firenze Dario Nardella di innalzare da 5 a 7/8 gli anni di residenza stabile i Toscana necessari per accedere ad una casa popolare oppure introdurre una sorta di “scala mobile” della toscanità, che attribuisca tanti più punti a chi da più anni risiede in Toscana.

Proposta che vale al primo cittadino di Firenze l’aperto apprezzamento dell’intero centrodestra toscano, ma anche del leader della Lega Matteo Salvini, che ha colto l’occasione per commentare su FB: “Meglio tardi che mai, anche il PD dà ragione alla Lega: prima gli italiani!”.

A Salvini si rivolge il governatore Rossi ancora dai social: “Visto che intende proporsi come premier – scrive – moltiplichi gli investimenti nell’edilizia popolare pubblica per rendere l’Italia, che investe solo 500 milioni all’anno in media, come la Germania e in Francia dove si investe 3/4 volte tanto”.

E se a frenare è invece l’assessore regionale Pd alla casa, Vincenzo Ceccarelli – ricordando alcune sentenze della Consulta che hanno bocciato norme simili – una pioggia di critiche è quella che arriva da sindacati e associazioni. La la proposta di Nardella è “una sciocchezza ad interpretarla bene”  secondo Maurizio Brotini, Cgil Toscana: “Si garantiscano invece risorse certe e continue per costruire o ristrutturare le case popolari – chiede –  magari prendendole dalla tassazione sulla rendita e sugli affitti turistici Airbnb che il sindaco dice di voler combattere”.

>>> Ascolta l’intervista a Maurizio Brotini, Cgil Toscana

Non regge secondo Brotini neppure la giustificazione del Comune di Firenze, secondo cui la norma vuole favorire maggiormente le famiglie toscane in difficoltà economica, ma “superate” in graduatoria da quelle straniere con problemi economico-sociali ancor maggiori . “Basterebbe introdurre una premialità per ogni anno passato in lista d’attesa, senza bisogno di evocare la toscanità.

“Un non senso” la proposta anche secondo le associazioni degli inquilini: “Gli stranieri in Toscana che ottengono le case popolari sono solo il 10% – sottolinea il Sunia – e residenti da anni, come dimostra il fatto che l’introduzione sperimentale del requisito di 5 anni di residenza non ha ridotto il loro numero”

Scritto da: Redazione Novaradio


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