TOSCANA – Approvate le Linee guida regionali per l’istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per la gestione dell’emergenza Covid-19: loro compito sarà effettuare l’assistenza per la gestione domiciliare a sostegno di quei pazienti affetti da Covid-19 (o solo sospetti) che non necessitano di ricovero ospedaliero.
Si tratta di un ulteriore strumento organizzativo, spiega la Regione, che consente di salvaguardare la capienza degli ospedali per la presa in carico dei casi gravi e gravissimi, senza trascurare tutti gli altri assistiti, che pur non essendo gravi, necessitano di essere monitorati da personale specializzato e in maniera continuativa.
Eppure, a poche ore dalla partenza del servizio delle Usca, i medici di famiglia lamentano ancora di non essere stati fornti dei necessari dispositivi di proteszione individuale: “Ne abbaimo bisogno noi come le Usca, perché continuiamo a visitare i pazianti non covid, e altrimenti rischiamo di diventare untori” ha detto stamani a Novaradio il segretario toscano Fimmg (medici di famiglia), Alessio Nastruzzi. >>> Ascolta
Le Usca saranno attive 7 giorni su 7, dalle ore 8 alle 20, per tutta la durata dell’emergenza. Possono fare parte delle Usca, costituite su base volontaria, medici titolari di continuità assistenziale e/o di assistenza primaria, ma anche sostituti di continuità assistenziale, specializzandi in medicina generale, laureati in medicina e chirurgia iscritti all’ordine, e anche altre tipologie di medici (dipendenti e convenzionati).
Il servizio infermieristico aziendale definirà un pool di professionisti in stretto contatto con i medici per l’assistenza a domicilio e l’esecuzione di tamponi naso faringei. Ad annunciare l’istitituzione delle Usca era stato nei giorni scorsi il presidente regionale Enrico Rossi.