TOSCANA – Segni di ripresa economica, sempre più marcati ma con riflessi assai più lenti per quanto riguarda il mercato del lavoro. E’ quanto emerge dal rapporto Irpet sugli effetti della ciris generata dal covid in Toscana. Cresce la domanda internazionale – mentre appare ancora debole quella interna – e l’economia toscana, da sempre vocata all’export, ne approfitta.
La produzione industriale regionale, spiega l’Irpet nell’ultima nota congiunturale di luglio 2021, appare infatti in ripresa a rimorchio delle esportazioni. Ad eccezione della moda, cui manca ancora un quarto della produzione che aveva prima della crisi tutti gli altri principali settori hanno recuperato i precedenti livelli produttivi: a crescere di più, i settori degli apparecchi elettronici, elettrici, ottici e computer cresciuti a due cifre, del 14 per cento. Merito per l’appunto dell’export: +14,2% per la Toscana nel primo trimestre 2021, la regione con la performance migliore d’Italia, che cresce del +5,87% anche rispetto ai valori pre-crisi del primo trimestre 2019.
Quanto ad occupazione, mancavano all’appello a marzo 2021, rispetto al 2019, 67mila avviamenti (-26%) e 11mila addetti alle dipendenze (-1%). In particolare la flessione è forte nei servizi turistici nei settori finanziari, il commercio al dettaglio e l’insieme del made in Italy. Da aprile 2020 a maggio 2021 le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate in Toscana, solo quelle per l’emergenza sanitaria, ammontano a 356 milioni. Un cifra molto elevata: dal 2009, primo anno della grande crisi economico-finanziaria arrivata dall’America, al 2014 ne erano state autorizzate ‘solo’ 308 milioni. “Dopo molti mesi con tutti segni negativi finalmente vediamo anche segni positivi – ha detto il direttore dell’Irpet Nicola Sciclone – tuttavia sul fronte occupazionale dobbiamo aspettarci una situazione complicata per tutto il 2021: gran parte del lavoro nel 2020 è stato congelato e tamponato ma le situazioni sono ancora critiche”.
