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Cingolani: “Dal rigassificatore dipende la sicurezza nazionale, un suicidio non farlo”. Comitati contrari: “Serve più tempo”

today11/10/2022

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PIOMBINO – Sull’entrata in funzione del rigassificatore di Piombino “sicurezze non ne ho. Spero che tutti si rendano conto che la sicurezza nazionale dipende da quello. Se avremo la nave rigassificatrice e non riusciremo a usarla, sarà un suicidio. C’è un problema nimby, e qualcuno dovrà prendersi la responsabilità. Io sono stato chiaro: la nave resterà lì 3 anni, poi la sposteremo in un sito non invasivo”. Così Roberto Cingolani, ministro uscente della transizione ecologica, chiarisce in modo quanto mai netto la determinazione nel portare a termine l’iter della nave rigassificatrice. “E’ fondamentale che i rigassificatori vengano messi in funzione il prima possibile, perché ne va della sicurezza nazionale – ha proseguito il ministro -. Tutti gli altri paesi stanno facendo la stessa cosa. La Germania ne sta facendo cinque, l’Olanda ne ha messo uno da 18 miliardi di metri cubi. Tutti stanno spostando il baricentro sul Gnl”. ” Oggi – ha detto ancora – abbiamo dimezzato la nostra dipendenza dal gas russo, dal 40% al 20% – ha spiegato il ministro -. Con il rigassificatore di Piombino dobbiamo dimezzarla ulteriormente. E’ urgentissimo che almeno dall’anno prossimo ci sia il nuovo rigassificatore di Piombino, da 5 miliardi di metri cubi, ed entro l’inizio del 2024 il secondo”.

Dichiarazioni che non possono essere disgiunte dalle voci, in questi giorni insistenti, della “vicinanza” del ministro con la leader di FdI Giorgia Meloni, fino a far parlare di una sua possibile conferma nell’incarico. E che arrivano mentre dai comitati contro il rigassificatore tornano a chiedere un rinvio dei tempi per permettere al governo entrante una valutazione: “Chiediamo che la conferenza dei servizi” per il rigassificatore di Piombino (Livorno) “il 21 ottobre si aggiorni, in modo da consentire un esame serio e approfondito della documentazione e degli atti, affinché la decisione sia assunta dal nuovo Governo”, e “nel deprecabile caso in cui venisse firmata invece una autorizzazione, invitiamo il Comune di Piombino e i Comuni limitrofi a difendere fino in fondo i cittadini e il territorio mediante lo strumento del ricorso amministrativo”.

Il presidente della Regione Toscana, e commissario per l’opera, Eugenio Giani, sottolineano i comitati, “in realtà non è assolutamente tenuto a concludere entro il 27 ottobre, in quanto i 120 giorni sono un termine sollecitatorio e non perentorio”. “I pareri dei vari Enti, insieme alle risposte della Snam, ai quesiti posti e alla istruttoria dell’ufficio commissariale – spiegano -, avrebbero dovuto o dovrebbero costituire elementi tra loro intrecciati per comprendere la fattibilità o meno del progetto, in uno scambio di competenze e di responsabilità. Il metodo di conferenza sincrona avrebbe dovuto garantire proprio questo per addivenire ad una visione d’insieme delle problematiche del progetto”. Per i comitati “la fretta non giustifica una eventuale istruttoria semplificata o carente” che “potrebbe costituire un vizio di legittimità da unire ad altri vizi normativi, legati alla mancanza di garanzia di diritti costituzionali inerenti la sicurezza, la salute e l’ambiente. La mancanza di sicurezza non è a scadenza o a termine”.

 

 

Scritto da: Redazione Novaradio


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