SAN CASCIANO DEI BAGNI (SI) – Nuova eccezionale scoperta in campo archeologico all’interno degli scavi che a San Casciano dei Bagni stanno riportando alla luce un complesso votivo di età etrusco-romana: dal fango che nei secoli ha ricoperto le vasche sacre e gli altri locali, sono emerse oltre venti statue in bronzo di eccezionale fattura, risalenti al periodo tra il II e il I secolo aventi Cristo, assieme a moltissime monete di età antica:
Si tratta del più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: un ritrovamento che, a detta degli esperti, è secondo per importanza solo a quello dei Bronzi di Riace 50 anni fa esatti, e capaci di riscrivere la storia della “toreutica” (l’arte statuaria in bronzo) di età etrusca e romana. Le opere, realizzate in parti anatomiche e al vero o secondo i canoni della cosiddetta mensura honorata (3 piedi romani, circa un metro di altezza), raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro assieme agli antichi dedicanti. L’eccezionale stato di conservazione all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise sulle statue prima della loro realizzazione.
Il periodo cui risalgono le statue infatti è caratterizzato da grandi trasformazioni nella Tuscia, l’antica Toscana, nel passaggio tra Etruschi e Romani: la mescolanza delle opere testimonia come in quell’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale di Roma, nel santuario del Bagno Grande nobili famiglie etrusche e romane dedicassero assieme le statue all’acqua sacra: si trattava perciò di un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra. Dalle iscrizioni sappiamo che i dedicanti giunsero da tutto il territorio di Chiusi e Perugia con molti nomi che ricorrono nel territorio di Siena. Si trattava dunque di un santuario di valenza interregionale.
“Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo come ad esempio al celebre Arringatore esposto al Museo Archeologico Nazionale di Firenze – dichiara Jacopo Tabolli, archeologo a capo della campagna di scavo – quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana. La circostanza che delle statue non conosciamo solo la generica provenienza, ma tutto il contesto ci permette di comprendere il valore rituale delle offerte, ma anche l’interazione con il resto del deposito. La geochimica dell’acqua che ha conservato in modo così eccezionale i capolavori toreutici è essa stessa oggetto della nostra ricerca, perché è proprio la centralità dell’acqua ad aver condizionato l’antica scelta di questo luogo sacro. La sorgente di cui ora conosciamo anche il nome in etrusco grazie alle iscrizioni è la vera protagonista del rito e del culto.
Le statue dovevano essere posizionate sul bordo esterno della grande vasca sacra e ancorate sugli eleganti blocchi in travertino. A più riprese – sicuramente nel corso del I secolo d.C. – le statue furono staccate dal bordo della vasca e depositate sul fondo. Dunque, non si tratta di uno scarico di materiale sacro nell’acqua calda, ma piuttosto di una deposizione rituale, mediata con la divinità. Gli atti votivi proseguirono poi fino al IV secolo d.C. con la deposizione di quasi seimila monete (in argento, bronzo e oro). Solo agli inizi del V secolo d.C. il santuario venne smantellato e chiuso. Il grande tesoro sacro nella vasca fu coperto da grandi tegole e al di sopra vennero calate le colonne del portico sacro a suggellare la chiusura definitiva del luogo di culto.
La conclusione della sesta campagna di scavi al Santuario Ritrovato del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (SI) è stata condotta dal Comune di San Casciano dei Bagni su concessione della Direzione Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province del Ministero della Cultura.
“Il sogno di ritrovare le antiche terme lega l’attività politico-amministrativa degli ultimi quindici anni – dichiara la sindaca Agnese Carletti – e questa nuova grande scoperta ripaga in tutto e per tutto la nostra perseveranza. Ma soprattutto offre a San Casciano un’opportunità che non è solo culturale e turistica, ma è una vera e propria occasione di rinascita”. La sindaca ha incontrato ieri il ministro alla cultura Sangiuliano, che ha visitato lo scavo ieri e ha confermato e ampliato la disposnibilità del governo a erogare i fondi necessari per realizzare il futuro parco archeologico e un grande museo per ospitare le opere.