Rapporto Arpat: “Il cambiamento climatico peggiora la qualità delle acque in Toscana” – ASCOLTA

FIRENZE – Un quadro con molte più luci che ombre sullo stato di salute della Toscana: è quello che emerge dall’annuario dati ambientali 2022 curato da Arpat, che analizza una grande mole di dati su aria, acqua, mare agenti fisici e sistemi produttivi.

Sula qualità dell’aria, ad esempio, si confermano le criticità sulle PM10 nella piana lucchese e nel valdarno pisano, mentre per quanto riguarda il biossido d’azoto permangono i problemi nell’area fiorentina. Addirittura per l’ozono, i valori sono fuori norma nel 40% delle centraline per quanto riguarda la protezione dela popolazione, nel 60% per la vegetazione.

Ancor peggio va per le acque: nel 2019-2021, rispetto a quello precedente, si osserva un peggioramento dello stato delle acque sotterranee, mentre per le acque superficiali prosegue il trend in atto da quasi in ventennio di riduzione delle acque potabili. Diffusa anche la presenza dei PFAS, sostanze chimiche cancerogene, registrati nel 70% delle acque di superficie e nel 30% delle falde. Anche l’acqua del mare ha problemi: lo stato chimico risulta non buono per tutti i corpi delle acque marine costiere, con la presenza di mercurio e PBDE con concentrazioni superiori agli standard di qualità ambientali. Anche sul fronte della balneabilità, pur rimanendo in generale eccellente, si assiste ad una leggera flessione. Fenomeni, questi, dovuti anche al cambiamento climatico, spiega il direttore dei Arpat Mossa Verre: “Periodi di siccità seguiti da bombe d’acqua mettono in crisi il sistema della raccolta e depurazione dell acque, aumentando le concentrazioni di inquinantie quindi peggiorando la qualità”.