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Aferpi, sciopero anche domani in attesa delle conferme dal MISE

today29/06/2017

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PIOMBINO (LI) – Il consiglio di fabbrica dello stabilimento dell’ex Lucchini, riunitosi in maniera straordinaria dopo la grande manifestazione di stamani a Piombino, ha indetto un nuovo pacchetto di scioperi di due ore a ogni turno di lavoro.

Le Rsu, informa una nota di Fi, Fiom e Uilm, durante le ore di sciopero saranno presenti in consiglio di fabbrica per informare i lavoratori sugli sviluppi dell’incontro fissato domani a Roma al Mise. E’ stata anche confermata la riunione dell’assemblea per tutti i lavoratori davanti la portineria centrale alle 20.

Oggi invece corteo e presidio per centinaia di lavoratori di Aferpi in occasione di uno sciopero di 24 ore, indetto da Fiom-Fim e Uilm, e che interessa tutta la Val di Cornia.

I manifestanti si sono diretti dalla sede dello stabilimento a Gagno, all’ingresso di Piombino, dove è stato attuato un presidio con il blocco del traffico sia in entrata che in suscita dalla città causando chilometri di coda. L’agitazione è stata mantenuta anche se ieri con una nota il ministero del lavoro ha fatto sapere che sarebbe stata trovata un’ipotesi di soluzione “in grado di mantenere le condizioni di reddito dei lavoratori finora garantite”. Per domani le organizzazioni sindacali sono state convocate a Roma al ministero dello Sviluppo economico.

I lavoratori insistono nel chiedere che l’ipotesi avanzata dal ministero del lavoro sia confermata e quindi sia corretto il decreto che prevede un cambio unilaterale dell’accordo firmato a giugno 2015 che comprendeva anche gli ammortizzatori sociali. La prima tranche scade domani e il governo ha deciso di inserire la seconda tranche nel Jobs Act da cui l’accordo originario era fuori, essendo stato firmato prima della riforma del lavoro del governo Renzi. Il che, come ha spiegato anche stamani ai nostri microfoni Mirko Lami della segreteria della CGIL, significa “accorciare il periodo degli ammortizzatori da 24 a 18 mesi, tagliare 200 o 250 euro del reddito dei lavoratori, far sì che il primo stipendio venga riscosso sei mesi dopo dovendolo pagare direttamente l’Inps senza più l’anticipo delle aziende”. <<Ascolta l’intervista >>

Scritto da: Redazione Novaradio


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