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Il Cielo e la Stanza #27 - Carcere, nuove risorse in arrivo. Ma i problemi rimangono Redazione Novaradio
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FIRENZE – Le criticità al centro del sistema carcerario in Toscana, ed in particolare quello di Sollicciano, le possibilità di intervento della Regione tramite le risorse in arrivo dal prossimo anno sui progetti di formazione-lavoro (4/6 milioni di euro) e sul fronte sanitario. Questi i temi al al centro dell’incontro di venerdì scorso tra il governatore toscano Eugenio Giani e i rappresentanti dell’associazione Pantagruel, che ogni settimana con i suoi volontari entra nelle carceri per dare sostegno legale e psicologico e raccogliere dai detenuti segnalazioni dei problemi e delle difficoltà,
Dall’incontro, spiega a Novaradio il vicepresidente dell’associazione Stefano Cecconi, è emersa la disponibilità della Regione e lavorare di concerto, alla co-programmazione degli interventi: per il 2026 le risorse porebbrero ammontare a 4/6 milioni. Un nuovo incontro sarà fissato con l’assessora delegata alle politiche del carcere, Alessandra Nardini, e i tecnici della Regione: “Alcuni progetti in fase di ideazione, quindi si parla purtroppo, ancora di idee” ma, dice Cecconi “ci sono diversi milioni di euro, già stanziati dalla Regione n cui sicuramente la formazione lavoro potrebbe essere gestita all’interno del carcere”.
Sullo sfondo, le criticità impellenti di penitenziari come quello di Sollicciano, dove tutt’ora manca l’acqua calda e il riscaldamento in molte sezioni, le inflitrazioni proseguono nonostante i lavori alle coperture: “L’impermeabilizzazione del del magazzino con i vestiti che distribuiamo ai detenuti, purtroppo ancora ancora è di là da venire. I secchi sono presenti in vaste zone del carcere” e l’acqua piovana “arriva in maniera copiosa”. C’è poi la sala colloquio senza sedie, le zone comuni inagibili, perfino gli ascensori non funzionano.
Inoltre, permangono le difficoltà della assistenza sanitaria e della sezione accoglienza che ospita anche i detenuti con problemi psichici gravi (ATSM): “Va trovata una soluzione alternativa – dice – ad una soluzione provvisoria che, come accade “spesso e volentieri in carcere, soluzioni provvisorie diventano definitive”.
Al di la dei progetti a medio termine ciò che serve, ribadisce Cecconi, è dare risposte immediate: “La gestione del contingente è tenere il riscaldamento acceso, far sì che l’acqua calda arrivi, far sì che gli ascensori possono funzionare far sì che le persone nel frattempo, in questi 4-5 anni possano vivere in maniera dignitosa, perché ad oggi, sinceramente, la dignità sia del lavoro degli agenti di Polizia penitenziaria, del personale sanitario, dei detenuti, purtroppo non c’è”.