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“Chi ha fatto smart working dia un contributo”. Pioggia di critiche sul neopresidente Confindustria

today02/07/2020

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FIRENZE – “Parole inaccettabili, basta con l’idea che lo smart working abbia minor valenza e dignità rispetto al lavoro tradizionale. E’ ntollerabile mettere di nuovo nel mirino i lavoratori del pubblico che sono fondamentali per la tenuta del nostro Paese”. E’ durissima la reazione della segretaria della camera del lavoro metropolitana di Firenze, Paola Galgani, alle dichiarazioni del neopresidente di Confindustria, Maurizio Bigazzi: i lavoratori pubblici in questi mesi con lo smart working hanno lavorato da casa, praticamente “in ferie” e con meno spese di trasferimento al lavoro, questo il concetto espresso da Bigazzi, secondo si potrebbe ipotizzare un da parte loro contributo di solidarietà del 3/4% dello stipendio per sostenere i settori più colpiti dalla crisi.

“Il lavoro smart, per chi ha dovuto farlo, in questi mesi non è stato affatto facile” fa notare Galgani. “E’ stato molto lavoro ‘a casa’ e poco intelligente, e ha creato grandi problemi di organizzazione dei tempi di vita e lavoro, soprattutto per le donne e gli altri soggetti deboli”. “E’ lavoro a tutti gli effetti e anzi piuttosto ha bisogno di essere normato:  visti gli ultimi allarmanti dati sul crollo della produzione industriale in Toscana del 50% rispetto ad un anno fa, sarebbe meglio che il presidente di Confidustria si occupi di altro”.

>>> Clicca per ascoltare l’intervista a Paola Galgani

A replicare a Bigazzi è anche la Cisl : “Basta con gli attacchi ai lavoratori pubblici, basta con la contrapposizione tra lavoro pubblico e lavoro privato” afferma in una nota il segretario generale della Cisl-Fp Firenze-Prato, Nicola Burzio, che bolla quelle di Bigazzi come “dichiarazioni di basso profilo e slogan stantii che danno un’immagine del lavoro pubblico fatto di privilegi”

Parla a sua volta di “insulto ai lavoratori” Usb Pubblico Impiego Firenze: “Se i sacrifici sono per tutti – afferma il sindacato, rivolgendosi agli imprenditori – date il buon esempio, chiedete che venga ristabilita l’aliquota del 27% sull’Ires e che sia progressiva così un piccolo imprenditore non è chiamato a contribuire quanto uno grande. Riducetevi i compensi in maniera strutturale a voi stessi a ai vostri manager. Imponendo che nessun manager possa guadagnare più di 3 volte l’operaio meno pagato”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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