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Covid, oggi 444 nuovi casi e 15 morti. Giani: “Dati buoni”. Ma negli ospedali c’è preoccupazione – ASCOLTA

today16/02/2021

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TOSCANA – I nuovi casi positivi Covid registrati in Toscana sono 444 su 17.282 test di cui 8.691 tamponi molecolari e 8.591 test rapidi, con un tasso dei nuovi positivi del 2,57% (5,9% sulle prime diagnosi). Il dato dei nuovi casi è in linea con quello di ieri (erano 428), con un numero di test più che raddoppiato (erano 7.684), e questo porta a dimezzare sostanzialmente il tasso di positivi (era del 5,57%). Sul fronte dei decessi, si registrano ancora 15 morti – 9 uomini e 6 donne con un’età media di 75,8 anni. Sono 144.247 i casi di positività e 4.464 i deceduti dall’inizio dell’epidemia nella regione. I guariti crescono dello 0,4% e raggiungono quota 127.472 mentre gli attualmente positivi sono 12.311, -0,2% rispetto a ieri. In salita anche i ricoverati: sono 851 (+6), di cui 133 in terapia intensiva (-1). Complessivamente, 11.460 persone sono in isolamento a casa, poiché presentano sintomi lievi (-31) ma ben 29.426 (+2.138) le persone, anch’esse isolate, in sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con contagiati. Sul fronte dei vaccini alle 12 di effettuate complessivamente 203.160 somministrazioni di vaccino, 8.784 in più rispetto a ieri (+4,5%)

Ottimista il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani: “La Toscana in questo momento ha dati buoni: oggi ci troviamo ad avere meno di 500 contagi, mentre siamo arrivati anche a 800 la scorsa settimana, vedo che le terapie intensive sono occupate nella misura di 130 letti, che è ben gestibile, e anche i posti Covid sono 850 rispetto a punte ad ottobre che hanno visto superare i 2.200. Siamo in zona arancione è vero, ma con dei dati molto gestibili, con una capacità di controllo della situazione che rende onore al nostro sistema sanitario”.

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Di tutt’altra opinione invece il direttore U.O. Malattie Infettive Francesco Manichetti: “Abbiamo 400 mila casi e un 20% di incidenza delle varianti più contagiose che rischiano di far nuovamente esplodere l’epidemia, con il rischio che si diffonda anche nelle scuole” ha spiegato stamani ai microfoni di Novaradio: “L’Italia a colori non serve a ridurre i contagi – ha aggiunto  – bisognerebbe valutare l’oportunità di adottare un periodo di lockdown di durata limitata – al massimo 4 settimane – per permettere al sistema di recuperare la possibilità di testare, tracciare e isolare in una fase delicata come questa, in cui la vaccinazione di massa ancora non è effettiva”.

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Una procedura che va a rilento a causa delle forniture a singhiozzo dei vaccini. “Io credo che più il Governo e le Regioni coinvolgeranno i sindaci, soprattutto delle grandi città  in questa opera di vaccinazione di massa, più questa vaccinazione potrà avere successo. Noi ci siamo, siamo pronti a fare la nostra parte”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine di una conferenza stampa, a proposito dei vaccini. Il sindaco ha ribadito che “i cittadini vengono sotto il Comune a chiedere quando si devono vaccinare, come fare per vaccinarsi. Il cittadino vede nel sindaco il punto di riferimento, senza nulla togliere agli altri livelli istituzionali”. A proposito del caso che riguarda Israele – dove si registra un calo del 94% dei casi sintomatici di Covid fra quanti sono stati immunizzati col vaccino Pfizer -, Nardella ha sottolineato che “deve essere un po’ da esempio per tutti anche se è un Paese con dimensioni decisamente inferiori ai grandi Paesi europei come l’Italia. L’impegno che vedrà tutto il nostro Paese con le prossime fasi di vaccinazioni di massa non può che avere al centro l’attività dei Comuni e dei sindaci”

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Scritto da: Redazione Novaradio


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