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Covid, ristoranti in profondo rosso. Ma le categorie bocciano la protesta dura

today13/01/2021

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TOSCANA – Per effetto della pandemia da Covid-19 la ristorazione toscana ha perso nel 2020 più di 3 miliardi di euro di fatturato rispetto al 2019. Lo affermano Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. Peggio avrebbero fatto solo Lombardia (-7 Md), Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna (-3,5 miliardi). Solo per Natale e San Silvestro la perdita sarebbe di 40 milioni di euro di incassi, mentre le aziende della filiera agroalimentare hanno perso moltissime vendite di olio, vino, carne, verdura e altri prodotti. Nel 2019 erano stati almeno 360mila i toscani che avevano scelto di consumare il pranzo di Natale al ristorante o in agriturismo.

La situazione economica ha portato all’esasperazione molti ristoratori, che di fronte alla stretta annunciata da governo nel Dpcm del 16 gennaio prossimo – allo studio la proroga dello stop alle cene se non per consentire la consegna a domicilio ai clienti e l’introduzione del divieto di asporto dopo le 18 per i bar – sono pronti a sfidare i nuovi divieti, con una iniziativa provocatoria finita sotto l’hashtag #ioapro: il 15 gennaio, alla vigilia del nuovo Dpcm, i ristoranti apriranno le loro porte oltre l’orario consentito, facendo sedere al tavolo i clienti, distanziati e senza consumazione, in segno di protesta.

Una mobilitazione di “disobbedienza civile” da cui però prendono le distanza le principali associazioni di categoria. Confcommercio e Fipe hanno annunciato di non voler aderire ad una iniziativa “perché contravvenire alla legge, per quanto sia ingiusta e sbagliata significherebbe mettere ancora più in difficoltà le nostre imprese, con sanzioni pecuniarie e chiusura dell’attività fino a 30 giorni”. Dello stesso orientamento anche Confesercenti Firenze, che esprime “preoccupazione” per l’iniziativa volta a sostenere aperture serali dei pubblici esercizi contro la normativa vigente. Il motivo, è lo stesso: “Il mancato rispetto della normativa però comporterebbe per le aziende, e soprattutto per gli imprenditori, dei gravi rischi: sanzioni pecuniarie e la chiusura dell’attività fino a trenta giorni”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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