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Doping nel ciclismo, inchiesta partita dalla morte di Linas Rumsas

today08/02/2018

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LUCCA – Sei persone agli arresti domiciliari e altre 17 indagate con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al doping: destinatari sono i dirigenti della Altopack Eppela, una delle maggiori squadre dilettanti del ciclismo italiano.

In base a quanto emerso finora, sarebbe stato il presidente stesso della squadra, Luca Franceschi, ad incoraggiare gli atleti, molti dei quali giovanissimi, a utilizzare le sostanze dopanti tra le quali epo in microdosi, ormoni per la crescita e antidolorifici a base di oppiacei.

Nella sua abitazione son stati sequestrate 25 fiale di Epo a casa di Viola; siringhe, aghi a farfalla, cateteri e flaconi di coadiuvanti dell’Epo; altre perquisizioni si stanno svolgendo in provincia di Lucca, Pistoia, Livorno e Bergamo.

Tra gli arrestati, anche i genitori di Franceschi, il ds della squadra Elso Frediani; il preparatore atletico e ex corridore Michele Viola e il farmacista Andrea Bianchi, che riforniva i ciclisti dei farmaci vietati.

L’indagine ha preso avvio dalla morte del ciclista Linas Rumsas, figlio del campione lituano Raimondas deceduto a 21 anni il 2 maggio scorso.

Tra gli altri indagati ci sono, a vario titolo, un medico sportivo, un avvocato, molti ciclisti della squadra 2016-2017 con l’accusa di frode sportiva, e la donna che portava le sostanze dopanti nei campi gara.

Scritto da: Redazione Novaradio


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