PRATO – La procura di Prato ha aperto un’inchiesta sulla morte di Luana D’Orazio, la 22enne operaia morta stritolata da un macchinario nell’azienda tessile in cui lavorava, ed ha iscritto ieri sera due persone nel registro degli indagati: si tratta della titolare dell’azienda “Orditura Luana” e il responsabile della sicurezza.
L’ipotesi di reato sono collegate agli accertamenti tecnici che si stanno anche concentrando sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario. In base a quanto trapela, una “saracinesca” di sicurezza del macchinario, che ne permette il bloccaggio, sarebbe stata rimossa, probabilmente perché rallentava la produzione.
“Siamo al lavoro per capire se e cosa non abbia funzionato nel macchinario, compresa la fotocellula di sicurezza. Abbiamo ricevuto i rilievi e nelle prossime ore nomineremo dei periti per gli accertamenti tecnici sui documenti raccolti dalla polizia giudiziaria” aveva dichiarato ieri il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi.
Intanto Emma Marrazzo, la madre di Luana, trova la forza per lanciare un appello, affinché tragedie come quella che le ha portato via sua figlia non si ripetano. “Sul lavoro non devono morire né ventenni, né trentenni, né più anziani, sono tutte vite umane”.
Ora la comunità di Pistoia si stringe intorno alla famiglia di Luana, e al figlio di 5 anni rimasto orfano. Una colletta è già partita, e anche il Comune si è detto pronto a fare la sua parte.