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Mafia, i milioni dei clan palermitani riciclati in Toscana

today06/02/2020

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PRATO – Un fiume di denaro riciclato dalla mafia palermitana in Toscana. E’ quanto ha svelato l’ultima inchiesta della Dda di Firenze, che ha portato all’arresto di 12 persone per associazione a delinquere e riciclaggio. L’accusa è di aver favorito gli affari criminali della “famiglia mafiosa di Corso dei Mille” di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, già condannato in via definitiva le stragi di via D’Amelio e dei Georgofili.

L’operazione denominata “Golden Wood” condotta dalla Guardia di Finanza di Prato coordinata dalla Dda di Firenze, ha visto l’impiego di 300 finanzieri su tutto il territorio nazionale e conta in totale 60 indagati.

L’inchiesta avrebbe ricostruito un flusso di circa 150 milioni di euro, di cui 39 milioni provenienti direttamente da soggetti di Palermo legati alla mafia, che sarebbe stato riciclato nel tessuto economico con la creazione di una galassia di 33 imprese in tutta Italia, in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio, attive nei settori più svariati: dal commercio dei pallets alle pedane in legno per la movimentazione di materiale.

“In Toscana – ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho – abbiamo una vera e propria emergenza mafiosa nell’economia legale“.

Il sodalizio sarebbe stato creato nel 2017, ai tempi in cui il boss Tagliavia era detenuto a Prato. In particolare emergono due gruppi familiari di origine siciliana, imparentati tra loro, trasferitisi nel Lazio e in Toscana. Degli arrestati, 3 sono residenti in Toscana. Proseguono le indagini su altri possibili fiancheggiatori.

Un ringraziamento alle forze dell’ordine è arrivato dal sindaco di Prato, Matteo Biffoni: “Il nostro territorio ha dimostrato ancora una volta di avere gli anticorpi per contrastare chi agisce fuori dalle regole e dal quadro normativo”.

 

Scritto da: Redazione Novaradio


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