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Tassa di soggiorno e Cie, Nogarin critica il “contratto di governo”

today18/05/2018

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TOSCANA – No dai sindaci toscani alla cancellazione della tassa di soggiorno, il contributo che entra nelle casse dei comuni per ogni notte che i visitatori trascorrono in hotel e b&b, che figura tra i punti del contratto di governo M5S-Lega.

Le critiche arrivano non solo da esponenti del Pd – come il sindaco di Firenze Dario Nardella che ne parla come di una “follia” – ma anche da un esponente di rilievo del M5s come il sindaco di Livorno Filippo Nogarin. “Per me, da amministratore locale, sarebbe un grave errore – ha spiegato  Nogarin in un’intervista al Corriere Fiorentino – ne parlerò con Di Maio e gli dirò con franchezza che sono contrario”, ricorando che quest’anno il ricavato della tassa è passato da 360 a 450mila euro. Abolirla “sarebbe un duro colpo inflitto ai Comuni a vocazione turistica”. Piuttosto sarebbero da uniformare “importi e regole a livello nazionale”

Tra gli altri temi caldi figura quello dell’immigrazione, con l’inserimento della previsione di centri per l’espulsione in ogni regione. Anche in questo caso Nogarin esprime dubbi: “Che il trattato di Dublino vada modificato è certo, ma non si può ridurre un tema così complesso a un centro di espulsione”, “non può essere questa la ricetta a un problema così enorme”. E se gli chiedessero di ospitare un Cie a Livorno “vorrei prima comprendere di che cosa si tratta e a quali risultati si vuole arrivare con centri di questo tipo. Mi sembra più una provocazione che una proposta”.

A bocciare senza appello l’apertura di un centro sul modello dei Cie è invece l‘assessore toscano all’immigrazione Vittorio Bugli ribadendo al contrarietà della Regione Toscana: “Non è neanche una posizione politica, è ammettere l’evidenza dell’assoluto fallimento dei Cie, lo dice una commissione parlamentare d’inchiesta”. “Proprio ieri abbiamo presentato e approvato in Giunta la proposta di autonomia differenziata della Toscana – ha aggiunto Bugli – la chiediamo anche sui richiedenti asilo, e riteniamo che sia opportuno che finalmente questo sistema passi alla gestione della Regione, concordemente con gli enti locali”. Secondo Bugli “c’è da smettere di tenere tutte queste persone lì a non fare niente e ad aspettare per anni: bisogna insegnare seriamente loro la lingua, bisogna che facciano attività anche di impegno sociale, lavori utili, attività volontarie interessanti per la comunità, e bisogna gradualmente dar loro delle possibilità di integrazione nella società”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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