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Toscana, la ripresa c’è ma è ancora fragile – ASCOLTA

today30/11/2017

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TOSCANA – Nel 3/o trimestre 2017 la Toscana prosegue lentamente la sua ripresa, trainata dall’export e legata alla crescita della domanda globale e al basso prezzo del petrolio, ma rimangono le fragilità sul fronte del mercato del lavoro.

E’ la diagnosi che emerge dal rapporto Ires-Cgil Toscana: il Pil toscano dovrebbe crescere a fine anno del 1,4%, ma gli investimenti delle imprese ancora al palo e i depositi delle famiglie in crescita fanno presagire scarsa fiducia e un rallentamento della crescita nel 2018.

Ciò che preoccupa però il sindacato è la caduta della qualità del lavoro: il tasso di disoccupazione ufficiale è in calo (7,% contro il 9,1% di un anno fa) ma contrasta con la stima del 12% che si deduce dalle richieste ai Centri per l’Impiego; inoltre la riduzione della CIG (+31%, inferiore al dato nazionale) che in molti casi è legata all’esaurirsi degli ammortizzatori sociali e al passaggio a tempo determinato dii lavoratori che prima erano a tempo indeterminato. “Una crescita – spiega Gianfranco Francese, Presidente Ires Toscana – che rimane  legata a fattori sterni, che senza uno stimolo gli investimenti e un cambio di passo nelle politiche del credito è destinata ad esaurirsi”. >>> Ascolta

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    Toscana, la ripresa c’è ma è ancora fragile – ASCOLTA Redazione Novaradio

Intanto la Cgil si prepara alla mobilitazione proclamata per sabato prossimo contro le politiche economiche del governo, ed in particolare sulla mancata revisione della riforma delle pensioni. In migliaia (in treno, in auto, in pullman) dalla Toscana confluiranno alla manifestazione di Roma. “Il Governo ha avanzato proposte insufficienti – spiega Dalida Angelini, segretaria Cgil Toscana – non ci sono risposte adeguate sulla pensione dei giovani, sulle donne, sull’aspettativa di vita, sul lavoro di cura, sui lavoro gravosi” .

Un modo, quello della manifestazione di sabato per dire che la vertenza pensioni è aperta. “Dopo il 2 dicembre – aggiunge Angelini – si dovrà individuare anche la prospettiva di uno sciopero generale, perché vogliamo che la politica si assuma le proprie responsabilità e capisca che deve farsi carico dei temi del lavoro”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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