Processo Forteto, le motivazioni della sentenza

FIRENZE  -“Il Forteto è stata un’esperienza drammatica, per molti aspetti criminale, retta da persone non equilibrate, con seri disturbi dell’affettività e della sessualità, caratterizzata da regole assurde, crudeli e incomprensibili, riproposte ai minori avuti in affidamento”. E’ quanto si legge in un passaggio delle 984 pagine delle motivazioni della sentenza del processo al Forteto, depositate ieri a meno di 3 mesi dalla sentenza di primo grado che ha condannato il fondatore e “guru” della comunità Rodolfo Fiesoli a 17 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale su minori e maltrattamenti, e 13 suoi collaboratori per maltrattamenti.

Dalla sentenza nche un duro atto di accusa al sistema pubblico e delle istituzioni, colpevole di aver “mantenuto costantemente aperta una linea di credito illimitata verso l’esperienza educativa e pedagogica de ‘Il Forteto'”, nonostante gli arresti, prima nel 1978 e poi nel 2012, dei vertici della cooperativa.

Questioni su cui è chiamata a far luce proprio la commissione di indagine bis del Consiglio Regionale, da poco insediata che ha eletto a maggioranza come suo presidente il consigliere Pd Paolo Bambagioni. Scelta su cui non sono mancate le reazioni fortemente critiche delle opposizioni: “Quale autorevolezza per una Commissione d’inchiesta che indaga sui comportamenti di istituzioni governate quasi del tutto e quasi sempre dal Pd?” si chiede il capogruppo Fi Stefano Mugnai. “Una forzatura” per Giovanni Donzelli di FdI, che pure riconosce apprezzamento alla persona del presidente. “Siamo forti dell’autorevolezza conquistata nella scorsa legislatura, non disperdiamola” la replica di Bambagioni, che ricorda: “Il fine della commissione è individuare responsabilità oggettive, evitando criminalizzazioni generiche”.