FIRENZE – Una nuova inchiesta per corruzione scuote la Toscana. L’indagine, denominata ‘Clean city‘, coordinata dalla procura di Firenze, ha portato stamani agli arresti domiciliari per il direttore dell’Ato Toscana sud, l’autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti per i comuni delle province di Arezzo, Siena e Grosseto.
Per tre professionisti è scattata invece la misura dell’interdizione dai pubblici uffici. Le ipotesi di reato sono turbativa d’asta e corruzione, relativa alla gara per la gestione completa del ciclo di rifiuti nelle province di Arezzo, Siena e Grosseto: un appalto ventennale per un totale di circa 3,5 miliardi di euro.
“La spregiudicatezza di Corti nella gestione della cosa pubblica e la sua ‘fame’ di denaro appare, per certi aspetti, imbarazzante” scrive il gip di Firenze Zanobini – nel provvedimento cautelare. Non solo. “Il rischio che si presti a nuove forme di corruzione – aggunge – è quanto mai concreto e rende indispensabile adottare un rimedio cautelare di contenimento”.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, grazie ad una “commistione” tra controllati e controllori, il bando di gara era strutturato “su misura” per favorire il raggruppamento con a capo Siena Ambiente e per scoraggiare eventuali altri concorrenti inserendo clausole particolarmente vessatorie. Nel 2013 l’appalto fu effettivamente aggiudicato a Siena Ambiente con un consorzio di 6 imprese.
Per gli inquirenti, il direttore dell’ATO Toscana Sud Conti venne gratificato con 380 mila euro, fatti figurare come rimborsi consulenze, prestazioni d’opera e rimborsi spese. L’indagine ha spiegato il procuratore capo Giuseppe creazzo, è partita da una segnalazione anonima “molto dettagliata”.