TOSCANA – Adesioni “superiori ad ogni previsione”, con “punte dell’80%”, allo sciopero nazionale dei medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn), indetto per oggi. Garantiti ovunque gli interventi di emergenza, le terapie intensive, le cure indifferibili.
A promuovere l’agitazione praticamente tutte le sigle sindacali dei camici bianchi per protestare contro i tagli alla sanità pubblica e per il rinnovo di un contratto in molti settori scaduto da 8 anni. Obiettivo dichiarato, “contrastare una condanna a morte annunciata della sanità pubblica che sta travolgendo insieme i diritti dei cittadini, che vedono sottrarsi prestazioni giorno dopo giorno o trasferirle a carico delle loro tasche, e quelli dei medici e dei dirigenti sanitari, dei quali ruolo, dignità e valori professionali sono marginalizzati in una logica di abbandono”.
A Firenze un presidio si è riunito davanti alla sede della Regione Toscana e una delegazione è stata ricevuta dal presidente regionale.
“Il governo favorisce sanità privata a scapito di quella pubblica” ha commentato su FB Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana (Mdp – Liberi e Uguali), che dovrà però rispondere ai sindacati medici sulle contestazioni sulla riorganizzazione delle Asl.
Un’agitazione che trova il sostegno anche dell’assessore Pd al diritto alla salute, Stefania Saccardi: “Uno sciopero che ha molte ragioni, e anche da parte delle regioni trova riscontro e sostegno” dice Saccardi, che però risponde piccata sulla presunta deriva “privatistica” della sanità toscana: “Chi lo dice fa una polemica pretestuosa e solo politica” la replica. “Non l’abbiamo privatizzata per niente, anzi – spiega – da quando ci sono io hanno chiuso due strutture private, villa Ragioneri e villa Maria Beatrice e le attività sono state riportate nel pubblico”.
“Certo – prosegue – bisognerà riguardare certe regole a livello nazionale, che impongono un limite alle assunzioni nel personale che noi siamo obbligati a rispettare e che a volte ci costringono a esternalizzare servizi che potremmo tenere all’interno servizi che però è necessario esternalizzare, perchè altrimenti non andiamo avanti”. L’assessore ha criticato il “limite troppo rigido e ormai inadeguato, posto da una norma statale che ci obbliga a rispettare la spesa per il personale del 2004, – l’1,4%, “inadeguato per la sanità nel 2017”.