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Renzi, la procura indaga sull’acquisto della casa a Firenze

today28/11/2019

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FIRENZE – Un fascicolo senza ipotesi di reato sarebbe stato aperto dalla procura di Firenze in relazione alle operazioni relative all’acquisto della casa di Matteo Renzi a Firenze: l’indagine non rientrerebbe nell’inchiesta sulla Fondazione Open.

I fatti risalgono al giugno 2018, quando Renzi acquista un’abitazione in via Tacca per un cifra pari a  1,3 milioni di euro. Una parte della somma necessari, pari a 700 mila euro, provengono da un bonifico eseguito dalla madre di Riccardo Maestrelli, imprenditore a capo dell’omonimo gruppo attivo nel comparto ortofrutticolo, che tra il 2017 e il 2018 ha donato 300 mila euro alla Fondazione Open e che dal 2015 è stato nominato da Renzi nella cda di Cassa depositi e prestiti.

La somma è stata poi restituita, ma l’operazione sarebbe stata segnalata come “sospetta” dall’Unità antiriciclaggio. “Non ho segreti. La mia casa, le mie auto, la mia vespa: tutto è perfettamente regolare – ribadisce oggi il leader di Italia Viva. “Quando ho avuto un prestito, l’ho fatto con una scrittura privata e l’ho onorato restituendolo in cinque mesi”. “Oggi presenterò due denunce penali e due azioni civili” ha aggiunto parlando a Radio Capital: “Lo farò volutamente a Firenze e sono certo che i magistrati di questa città saranno solerti. Si vada a processo e vedremo come finirà”.

Le denunce per diffamazione, depositate oggi dal legale di Renzi Lorenzo Bagattini, riguardano una “il signor Travaglio per aver detto che il governo Renzi ha ‘beneficato il gruppo Toto nel 2017″; le altre, indirizzate anche al procuratore di Genova, sono per rivelazione di segreto bancario o istruttorio alla luce degli articoli della Verità e dell’Espresso”. “Credo nella giustizia e nei magistrati di Firenze: a loro mi rivolgo” da cittadino “perché siano riconosciuti i miei diritti. Non attacco la magistratura”, contesto “la trasformazione di Open in partito”.

Proprio sull’inchiesta principale vanno avanti intanto gli accertamenti degli investigatori: come anticipato da La Nazione, delle indagini riguardano una società con sede in Lussemburgo di cui è socio Marco Carrai, la Wadi Ventures. Per gli investigatori Carrai avrebbe svolto un “ruolo decisivo” nel reperimento dei finanziatori di Open e nel gestire i rapporti tra questi e politici vicini alla fondazione.Tramite i suoi legali Carrai fa sapere che domani presenterà istanza al Tribunale del riesame per l’annullamento dei sequestri di cellulari, pc, altri supporti informatici e documenti effettuati nel corso delle perquisizioni nei giorni scorsi.

In tutto al momento nell’inchiesta figurano 5 indagati: oltre Carrai, l’ex presidente della Fondazione Alberto Bianchi, l’imprenditore Patrizio Donnini, sua moglie di Lilian Mammoliti e dell’ad di Renexia Lino Bergonzi.

Scritto da: Redazione Novaradio


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