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Cooperante morto a Capo Verde, le indagini continuano

today16/03/2022

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ROMA – Nessuno stop dal gip di Roma: devono proseguire le indagini sul caso di David Solazzo, il cooperante fiorentino 31/enne trovato morto il primo maggio 2019 nella casa dove soggiornava sull’isola di Fogo, a Capo Verde. Lo ha stabilito il giudice Paolo Scotto di Luzio, che ha accolto la richiesta di opposizione all’archiviazione presentata dai familiari di Solazzo attraverso il loro legale, l’avvocato Giovanni Conticelli.

La procura di Roma aveva chiesto di archiviare il caos, ma il gip nel suo provvedimento indica agli inquirenti di fare gli accertamenti richiesti dai familiari, tra cui l’esame del cellulare e della macchina fotografica di David Solazzo. Verifiche che però non sono possibili senza la collaborazione, finora non pervenuta, delle autorità di Capo Verde, che detengono questi oggetti.

“Quello che è accaduto nel caso di David – spiegano i familiari – fa emergere problematiche sistemiche della collaborazione giudiziaria internazionale che purtroppo interessano numerose famiglie che perdono i propri cari che lavorano all’estero. Alla nostra battaglia per ottenere verità e giustizia per David si sono affiancate anche le istituzioni locali”.

Ora lo scenario potrebbe cambiare. Le autorità di Capo Verde, che finora non hanno inviato alcun atto di quelli richiesti dagli inquirenti italiani, hanno chiuso l’inchiesta sul caso archiviandolo come incidente domestico, e pertanto non potranno più opporre il segreto istruttorio. Tra le richieste contenute nell’istanza di opposizione all’archiviazione accolta dal gip, anche quella di effettuare rilievi di polizia scientifica nell’appartamento dell’isola di Fogo dove fu trovato morto Solazzo, che non sono mai stati eseguiti dalla polizia locale. L’abitazione al momento è chiusa e ancora nella disponibilità della famiglia, che ha continuato a pagarne l’affitto.

Altra richiesta è di esaminare il computer del cooperante, che è stato nel frattempo dissequestrato dalle autorità di Capo Verde e restituito alla onlus per la quale lavorava il cooperante. Sempre nell’istanza di opposizione viene chiesto di effettuare rilievi alcolemici sui campioni prelevati in occasione dell’autopsia, per verificare se, come sostenuto dalle autorità capoverdiane, il cooperante fosse in stato di ubriachezza al momento del decesso.

“Non si tratta tanto di una riapertura delle indagini – sostengono i familiari – ma di una apertura delle stesse, cioè di iniziare, finalmente, a distanza di quasi tre anni, a voler far piena luce su cosa è accaduto a David, senza accontentarsi di ricostruzioni sbrigative e semplicistiche”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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