Crisi. Irpet prevede dimezzamento del Pil. A rischio 15 mila aziende e 117mila lavoratori

TOSCANA  –  La locomotiva economica toscana frenata dalla guerra ucraina: dopo l’eccezionale +6,2% del Pil registrato nel 2021, sulle previsioni di crescita al 4,6& per l’anno in corso in poche settimane è piombato il caro energia, le tensioni nelle catene di fornitura e il conflitto in Ucraina, e così lo scenario è drasticamente mutato. in peggio, ovviamente. A fotografare la situazione, l’ultimo rapporto dell’Irpet, l’istituto di programmazione economica della Toscana. Il conflitto ha scatenato la tempesta perfetta, fatta di inflazione a +8% e quindi minor propensione ai consumi, calo di produzione e incertezza per le imprese. “Su come andrà a finire, molto dipenderà da quanto si protrarrà questa congiuntura. Ma il rischio è che la crescita del prodotto interno lordo si dimezzi, non superando il 2,4%” spiega il direttore Irpet Nicola Sciclone, che sottolinea come tutto ciò potrebbe avere un forte impatto (-3%) sul potere di acquisto delle famiglie.

La guerra in Ucraina “ha riproposto tutta una serie di fattori, dal costo dell’energia a quello delle materie prime, che hanno in qualche modo paventato una situazione di ulteriore criticità” ha osservato il governatore Giani, che però si sforza di guardare agli elementi di positività che comunque sono emerse anche nell’ultima fase di crisi, ed in particolare la resilienza e la flessibilità del sistema economico regionale: “Ci siamo resi conto che la flessibilità del nostro sistema economico, piccole e medie imprese, turismo, riscontra anche dei dati che sembrano farci già superare in qualche modo l’emergenza della guerra”.

Intanto però occorre far fronte alle attuali difficoltà: -6,1% della produzione industriale a gennaio, -5% di avviamenti al lavoro, tra 25 e 55 mila euro di costi in media in più per le imprese. A pesare è la crisi energetica, ed in particolare l’esplosione del costo del gas, già ora quadruplicato rispetto al periodo pre-pandemia. Una situazione che è destinata ovviamente a peggiorare nel caso l’Europa optasse per il blocco all’importazione dalla Russia. “In quel caso 15 mila aziende e 117 lavoratori sarebbero a rischio vulnerabilità” dice ancora il direttore dell’Irpet Sciclone.

Se ogni crisi però costituisce di per sé una sfida e un’occasione per ripensare molte cose, quella scatenata dall’aggressione russa all’Ucraina impone un ripensamento dell’approvigionamento energetico, anche in Toscana. La strada da percorrere è quella del potenziamento delle fonti energetiche rinnovabili e alternative a gas e petrolio, di cui la Toscana è ricca grazie soprattutto alla geotermia che già ora copre il 25% del fabbisogno. Per il governatore Giani bisogna insistere su questa strada, anche attraverso la richiesta dell’autonomia regionale in tema di energia, ma anche facilitare la realizzazione di altri tipi di impianti – eolici, fotovoltaici – riducendo la burocrazia e i poteri di veto.