FIRENZE – “Il confronto su Mondeggi è partito, anche se solo a gennaio e con tempi molto stretti. Ciò che ci mette in difficoltà è però che, a parte molti discorsi e suggestioni sulla riqualificazione sociale, un progetto per quanto provvisorio, da parte delle Città Metropolitana ancora non c’è”
Apertura e disponibilità al dialogo ma anche richiesta di chiarezza nei progetti: questa la posizione di Mondeggi Bene Comune sul futuro dell’ex Villa medicea cui il Pnrr ha riconosciuto oltre 47 milioni di euro (52 quelle complessive) per il rilancio della struttura a anni occupata dal collettivo che la MetroCittà ha cercato per anni invano di vendere, per poi decidersi a rilanciarla.
“Ci siamo seduti al tavolo a gennaio con solo due mesi di tempo per elaborare le proposte – dice a Novaradio da Alessio, uno degli animatori storici dell’occupazione – e l’abbiamo fatto assieme ai tecnici della ex Provincia. Alcune proposte sono positive, in particolare sull’uso dei terreni agricoli, ma quello che ci lascia più in dubbio sono i progetti sull’uso delle strutture e sulla governance.
Il Pnrr infatti, dato non trascurabile, riconosce i fondi per attività socio-culturali, non agricole. Bene dunque l’ingresso di realtà associative che fanno solidarietà, integrazione, reinserimento e simili, dicono da Mondeggi Bene Comune, il punto è un altro: quali sono questi soggetti? Quali i progetti? Quale sostenibilità finanziaria dei progetti e quale gestione? “Non vorremmo che una volta usati i fondi europei per la riqualificazione del complesso -. insiste Alessio – poi dopo qualche anno si sia costretti a chiudere”. Il timore, neppure velato, è che poi il destino sia l’ennesimo complesso “agrituristico” o simili. “Noi abbiamo dimostrato di saper fare, e abbiamo portato i nostri progetti al tavolo – dice ancor Alessio – e continuiamo a farlo in modo condiviso: e questo fine settimana presenteremo ad esempio la nostra proposta di ospitare a Mondeggi l’ ‘Università della Terra’, ossia un polo agrologico che riunisca studiosi, docenti ed esperti delle più moderne tecniche di agricoltura sostenibile”