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Disco della settimana | Human Colonies – Kintsukuroi

today26/09/2023

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Human Colonies
“Kintsukuroi

Etichetta: Custom Made Music / Shore Dive Records / Waddafuzz Records
Promozione: Metaversus
Uscita: 22 settembre 2023

A quattro anni dall’EP ‘Cloudchaser and Old Songs’, ritornano i lombardi Human Colonies con ‘Kintsukuroi’, il loro nuovo album. L’LP, composto da sette canzoni, ruota intorno alla frammentazione emotiva e alla resilienza. Il titolo è ispirato all’arte tradizionale giapponese del kintsukuroi (riparazione dorata), ossia la riparazione di ceramiche rotte per mezzo di lacca dorata.

Formati a Bologna nel 2013 ma stanziati tra Mantova e la Valtellina, gli Human Colonies sono una band shoegaze/noisepop. Sin dagli esordi le loro canzoni si sono caratterizzate per l’uso costante di distorsioni assieme ad un’attitudine post- punk, che hanno portato alla registrazione di una demo omonimo, seguito poi dall’EP ‘Big Domino Vortex’ (2017, MiaCameretta Records / Lady Sometimes Records) e dall’album ‘Midnight Screamer’ (2018, MiaCameretta Records / Lady Sometimes Records); quest’ultimo segna un passaggio a sonorità più vicine all’indie statunitense con Dinosaur Jr., Built to Spill e Sonic Youth come riferimenti più immediati. Nel 2018 la band entra nel roster di Asap Arts, collaborazione che permetterà loro di suonare in svariati club e festival in giro per lo stivale e di condividere il palco con band ed artisti internazionali come Alexander Tucker, Cloud Nothings, Night Beats e molti altri. Le loro performance live sono sognanti e introspettive ma allo stesso tempo ruvide e muscolari. A ottobre 2019 esce ‘Cloudchaser and Old Songs’ (MiaCameretta Records / Lady Sometimes Records), EP contenente il singolo inedito ‘Cloudchaser’ ed altre tre ‘old songs’, interamente reinterpretate e riarrangiate dalla demo.

Come suggerisce il titolo, sono tanti i frammenti che compongono questo puzzle, e ogni traccia porta con sé ispirazioni variegate e qualcosa di sorprendentemente diverso nel mix. Ritmiche pulsanti e loop trasognati, trame di chitarre sovrapposte e fuzz massicci, voci eteree e bassi prominenti, ogni pezzo offre un incantevole mix di elementi diversi e dinamiche mutevoli, eppure ogni cosa è tenuta insieme al resto grazie a un suono solido e robusto. Dream-pop, noise, garage rock e un particolare gusto per l’equilibrio, un’altalena di suoni che si fanno a tratti più incisivi e poi d’improvviso dilatati, tutto questo è ‘Kintsukuroi’.

E l’ispirazione non viene soltanto dalla musica – dopotutto, l’amore per l’arte a tutto tondo ha sempre caratterizzato lo stile compositivo della band, con frequenti richiami a elementi di cinema, poesia e letteratura. Questa volta c’è anche la scultura, con lo stile essenziale e acquoso dell’artwork a evocare l’estetica delicata ma disturbante di Daniel Arsham. Lettere maiuscole intagliate nel gesso e immerse in acqua color pastello – stranamente, non si tratta di un’opera d’arte digitale ma una vera scultura, che connette l’estetica delle rovine future di Arsham e sonorità.

In ogni pezzo, in pochi secondi vi ritroverete sospesi a oscillare tra un sogno ad occhi aperti e uno schiaffo in faccia. Con ‘Kintsukuroi’, gli Human Colonies hanno creato una manciata di brani preziosi, suggestivi e imprevedibili che prendono a calci il muro del suono.

Scritto da: Redazione Novaradio


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