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Florence Underground - 5 agosto 2025
Manfredi Lo Sauro, Arci Firenze
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FIRENZE – Occhi puntati sulla striscia di Gaza dove continua a morire la popolazione civile, affamata dalle politiche di guerra israeliane, mentre Netanyahu ha convocato per oggi alle 17.00 il gabinetto di sicurezza che voterà “l’occupazione totale” della Striscia di Gaza.
“Non sappiamo se si realizzerà davvero – commenta Manfredi Lo Sauro, responsabile dei progetti internazionali di Arci Firenze, a Novaradio – ma più che altro bisogna capire cosa intendiamo per occupazione di Gaza, anche perché Gaza è dal ’67 che è occupata: Israele ha sempre mantenuto il controllo di terra, di mare e di cielo della della striscia di Gaza, quindi tutto quello che avveniva all’interno della striscia di Gaza era sotto responsabilità ed è sotto la responsabilità delle forze occupanti. Quindi quando Netanyahu parla di un progetto di occupare totalmente Gaza sta utilizzando la parola occupazione per non utilizzare genocidio, sfollamento armato, pulizia e sostituzione etnica, che è quello che realmente vuole fare e quello che realmente stanno facendo, ovvero vuole sgomberare, sfollare con le armi la popolazione di Gaza verso il sud, verso quel 12% che già in questo momento in cui già in questo momento sono rinchiusi gli abitanti di Gaza e cercare in questa maniera di portare a termine il genocidio che è in corso. Quindi in questo momento si sta utilizzando, e i nostri media lo stanno rilanciando, un termine che non è appropriato”.
Come si muove il contesto internazionale? “È molto diviso”, spiega Lo Sauro,”mentre buona parte di quello che è considerato fino ad oggi il centro del mondo, ovvero l’Europa e gli Stati Uniti continuano a essere in parte complici e in parte ignavi della del genocidio che si sta sviluppando a Gaza, oltre 30 paesi, tra cui Cina, Brasile, Colombia, Sudafrica, si sono riuniti a Bogotá circa un mese fa, sotto richiesta del governo della Colombia, per provare a costruire una alleanza che difenda i diritti del popolo palestinese. Quindi c’è tutta una parte del mondo che si oppone al genocidio che che si sta che sta avvenendo a Gaza. Ci sono 147 paesi che riconoscono lo stato di Palestina e ci sono altri 15 che hanno dichiarato che lo riconosceranno a breve. Quindi nonostante ci sia un via libera da parte dell’amministrazione Trump degli Stati Uniti e da una buona parte del dei governi del dell’Europa al genocidio e a quello ai piani di sfollamento armato e sostituzione etnica che sta portando avanti il governo di Israele, c’è tutta una parte del mondo che si sta opponendo.”.
Nel frattempo in Italia si continua a disquisire sull’utilizzo della parola “genocidio”.. “Purtroppo quello che si verifica in Italia è un dibattito molto tardivo che si sta sviluppando sui media sul fatto se quello che sta accadendo a Gaza sia un genocidio o sia un semplicemente, tra molte virgolette, un massacro. Dico che è tardivo perché i nostri media sono stati veramente in buona parte complici del di quello che sta avvenendo a Gaza e del genocidio portato avanti, anche con la disumanizzazione dei palestinesi. Il dibattito sulla parola “gennocidio” non è fine a se stesso, non è una questione semplicemente semantica, come in tanti vogliono far passare, è un dibattito che potrebbe attivare delle conseguenze: i paesi sottoscrittori della convenzione per la prevenzione del genocidio, sono obbligati a mettere in atto quelle misure preventive per fermare il genocidio. Altrimenti, per il diritto internazionale, si è complici e corresponsabili del genocidio. Non possiamo a aspettare i tribunali, che possono metterci decenni, ma bisogna intervenire immediatamente, perché come ha già detto la Corte Penale Internazionale, ci sono gli estremi per pensare che a Gaza si stia compiendo un genocidio.”.
Quali sono gli scenari che si presentano per il futuro, per i prossimi mesi, prossime settimane? “C’è da monitorare la situazione interna a Israele, perché da un punto di vista internazionale non c’è alcuna influenza che possa impedire i piani di Netanyahu. Già gli Stati Uniti hanno dato il via libera, l’Europa è non pervenuta o inesistente o complice, mentre all’interno di Israele si sta verificando quello che già Ilan Pappé un anno e mezzo fa aveva immaginato, uno scontro interno a Israele, che secondo lui addirittura porterà a uno scontro armato, uno scontro violento tra lo stato, quello che lui definisce stato di Israele, e lo stato di Giudea , ovvero lo stato laico che in questo momento sarebbe rappresentato dal capo dell’esercito israeliano, e lo stato di Giudea, ovvero il governo messianico di Netanyahu, Motric e Ben Kvir, che vuole costruire “Eretz Israel”, la grande Israele. Questo scontro sta avvenendo, e oggi alle 17:00 ci sarà una riunione di gabinetto dove verrà approvato o meno il piano di sostituzione etnica e il compimento del genocidio a Gaza (a cui però sono ontrari l’opposizione a Netanyahu, i riservisti e le famiglie degli ostaggi). Vedremo come va a finire.”.
Lunedì 11 agosto, 81° anniversario della liberazione di Firenze, il Collettivo di fabbrica dei lavoratori ex-Gkn convoca alle 21.00 in piazza Tasso a Firenze un nuovo appuntamento con il flash mob “Urlo per Gaza e per la Palestina Libera”, a cui aderisce anche Arci Firenze.
Scritto da: Redazione Novaradio
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