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“Palestina libera, blocchiamo tutto”, in migliaia alla manifestazione di Calenzano, disagi sulla A1 – AUDIO / FOTO

today22/09/2025 15

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    Alessandro Nannini, Cobas 22 settembre 2025

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CALENZANO (FI) – Allo slogan ‘Blocchiamo tutto’ e Palestina libera è partita la manifestazione fiorentina dei sindacati di base in occasione dello sciopero generale per Gaza. In migliaia si sono ritrovati alla rotonda davanti all’uscita autostradale di Calenzano (Firenze) della A1, bloccando da circa un’ora il traffico circostante e ‘paralizzando’ l’accesso e l’uscita al casello autostradale, con forti ripercussioni sul traffico. In testa al corteo i giovani palestinesi. A sfilare sindacati di base, studenti, docenti, associazioni e movimenti e anche tanti semplici cittadini.

Una grande bandiera palestinese è stata affissa sulla “Ruota del tempo” dell’artista israeliano Dani Karavan, grande opera che campeggia sulla rotonda davanti all’uscita della A1. Il corteo di dirigerà in direzione di Campi Bisenzio e Capalle, dove uno degli obiettivi è sfilare davanti alla sede della Leonardo, ma anche la Ex Gkn nei pressi del centro commerciale I Gigli, per poi concludersi all’interno del parcheggio antistante la piscina comunale di Calenzano.

“La mobilitazione proseguirà in tante città – ha detto Dario Furnari della Usb – nel pomeriggio a Firenze saremo all’università, dove ci sarà una passeggiata rumorosa e poi ci sarà un’assemblea in università. Il 24 saremo a Livorno per bloccare di nuovo il porto perché arriverà una nave statunitense che ha trasportato armi in Israele. Al porto di Livorno ci dicono che già è stato bloccato alle 6 di questa mattina un varco”. Da Furnari critiche alla Cgil, che il 19 settembre ha organizzato “uno sciopero generale che non ha funzionato perché nessuno ha potuto scioperare”.

“L’intenzione è quella di bloccare un paese e di far vedere che quello che si è visto in queste settimane – dice Alessandro Nannini, Cobas – e credo in tutte le piazze d’Italia in in cui è il sostegno e viene dato alla flottiglia e sta cercando di arrivare a portare un centro d’umanità e a portare anche dei viveri a una a un paese ormai martoriato”. a “a questo punto – aggiunge – va bloccato anche tutto quello che è esportazioni sia di armi, ma anche un boycottage sui prodotti israeliani. E’ il momento opportuno anche per andare a colpire direttamente l’economia di Israele “.

La manifestazione arriva nel giorno in cui, all’assemblea dell’ONU avverrà il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di alcuni paesi come Francia, UK, Canada e Australia, che si aggiungono agli  altri 150 in tutto il mondo che l’hanno già fatto. Rimane contraria l’Italia, d’accordo inq questo con la Germania ma soprattutto gli Stati Uniti, principali sponsor dell’azione militare israeliana. “E’ un atto politico importante, anche se arriva proprio quando l’obiettivo dei ‘due popoli due stati sembra lontano” spiega Micaela Frulli, docente di Diritto Internazionale all’Università di Firenze, sottolineando però come questo rischi di diventare una presa di posizione inutile se no sarà accompagnata da fatti concreti: “Bisognerebbe far seguire tutto quello che che è necessario perché Israele si fermi”, ad esempio “mettere le sanzioni molto forti, non solo sulle armi, che è la prima cosa, ovviamente, ma anche commerciali, economiche, finanziarie”.

 

Scritto da: Redazione Novaradio