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Manifattura Casentino, Tracchi (Cgil Arezzo): “Salvataggio possibile, ma l’azienda stoppi i licenziamenti” – ASCOLTA

today30/10/2025

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    Alessandro Tracchi, segr. Cgil Arezzo – 30 ottobre 2025

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BIBBIENA (AREZZO) – Sull’orlo della chiusura la Manifattura del Casentino di Soci (Bibbiena), storica azienda produttrice del famoso “Panno del Casentino”, il particolare tessuto per cappotti reso celebre da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”, indossato perfino da Carlo III d’Inghilterra. A denunciarlo è stata nei giorni scorsi la Filctem Cgil di Arezzo, segnalando che l’azienda ha inviato le lettere di licenziamento per gli ultimi 13 dipendenti. Un ritorno all’incubo per la Manifattura, che già nel 2022 aveva rischiato al chiusura definitiva, per poi essere salvata in extremis dall’acquisto da parte della ditta Bellandi di Prato: “Grande eco mediatica e molte promesse, ma nessun risultato concreto” per il sindacato, che  chiedeva un intervento immediato delle istituzioni per scongiurare i licenziamenti e salvaguardare una produzione identitaria del territorio.

Nei giorni scorsi la Regione Toscana ha convocato d0urgenza un tavolo di crisi, con la richiesta alla azienda di ritiro dei licenziamenti e aprire alla possibilità di ricorrere ad ammortizzatori sociali. “Serve un’operazione verità che dica con trasparenza quali problemi determinano questa situazione” ha detto il consigliere speciale per le cirsi aziendali della Presidenza regionale, Valerio Fabiani.

“A differenza del 2022, ora la tecnologia e l’organizzazione del lavoro c’è, ma sono crollati gli ordinativi” segnala Alessandro Tracchi, segretario la Camera del Lavoro di Arezzo, cui l’azienda deve rispondere con nuove strategie economiche e commerciali: “Ci aspettiamo un piano industriale, dove si prova a fare una proiezione in un momento estremamente difficile per tutti i settori della moda”. “C’è bisogno di fare sistema, di diversificare anche i settori di mercato e quindi farli uscire da un mercato tradizionale – dice – fare attenzione anche ad una ridistribuzione della marginalità tra le componenti della filiera. E poi serve anche la creazione di un marchio che identifichi il prodotto che dica che il panno del Casentino, il ‘ricciolo’ deve essere fatto in Casentino, perché solo in Casentino ha quelle particolarità”. Nel salvataggio dell’azienda, aggiunge, “noi ci crediamo, tutto però passa da un’azione: l’azienda deve ritirare i licenziamenti, perché altrimenti noi quelle professionalità le perdiamo, e attivare gli ammortizzatori sociali”.

Scritto da: Redazione Novaradio