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Acqua, il sindaco di Borgo S. Lorenzo: “Publiacqua totalmente pubblica e cambio di statuto per Alia Plures” – ASCOLTA

today31/10/2025

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    Leonardo Romagnoli, sindaco di Borgo San Lorenzo – 31 ottobre 2025

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BORGO SAN LORENZO (FI) – “Riguardo l’acqua, nel rispetto del referendum del 2011, come Comuni ritenevamo che dovesse tornare totalmente pubblica: il fatto che adesso su questa posizione vengano anche comuni come Firenze ci fa particolarmente piacere. Ci sarà da lavorare, prima di tutto sospendendo la gara per indicare il socio privato, e questo dovrebbe essere fatto nell’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana. E poi lavorare invece per la totale ripubblicizzazione e l’acquisizione delle quote oggi detenute dalla ACEA”.

Così a Novaradio il sindaco di Borgo san Lorenzo, Leonardo Romagnoli, uno degli 11 sindaci che fin dall’inizio ha mostrato la sua contrarietà all’operazione multiutility quotata in Borsa e a favore invece di un ritorno in mano pubblica del servizio idrico integrato du Publiacqua – prospettiva resa possibile dal nuovo orientamento in regione e dall’annuncio da parte di Firenze, di sospendere il bando per la scelta del socio privato.

A breve dovrà esser convocata un’assemblea dell’Autorità Idrica Toscana che riunisce i sindaci dei Comuni, in cui rendere concreto il “nuovo corso” con precisi atti di indirizzo: “Noi riteniamo che a questo punto sia necessario cambiare anche lo statuto della multiutility” e “alcune indicazioni contenute nello statuto che prevedono sia la ancora la quotazione in borsa e soci privati in alcuni settori”. Per quanto riguarda l’architettura societaria, Romagnoli propende per una Publiacqua ancora dentro la holding:  “Si può lasciare anche Plures come contenitore come multiutility, ma totalmente pubblica per le gestioni in house”.

Di sicuro però, assicura Romagnoli, quel cui si dovrà proceder è il riacquisto delle quote di Acea, che no dovranno pesare sulle bollette dell’acqua dei cittadini: “Ad oggi Acea, che controlla il 40% Publiacqua, si porta via gli utili dal territorio e se li porta tranquillamente a Roma. Non avendo più il 40%, gli utili restano nel territorio e quindi a disposizione degli enti per fare investimenti. Anche per coprire in tempi anche abbastanza brevi le spese necessarie per ricomprare le quote”.

Scritto da: Redazione Novaradio