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		Sputnik - La diavoletto - 31 ottobre 2025
 
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		Gaia Checcucci su opere prevenzione e piani Protezione Civile 30102025
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		Erasmo D’angelis, pres. Ewa su convegno alluvione 30102025
FIRENZE – A 59 anni dall’alluvione 1966, Firenze si appresta ad ospitare la “Conferenza Internazionale sulla Riduzione dei rischi da alluvioni e siccità”, con esperti del settore e la partecipazione del capo della Protezione Civile Fabio Ciciliano. Nonostante i tempo trascorso e i milioni spesi in opere si prevenzione, in Toscana i fiumi continuano a fare paura. Innanzitutto perché ancora l’asta dell’Arno non è stata messa in definitiva sicurezza, e si attende ancora la realizzazione delle opere individuate da tempo: il completamento delle casse di espansione in Valdarno, il rialzo della diga di Levane, gli scolmatori.
Il problema non è nella disponibilità di fondi, che ci sono, ma nel lento procedere dei lavori, ammette Gaia Checcucci, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale. “Alcuni sono stati completati, altri sono in corso. Purtroppo la realizzazione latita. C’è una grande disponibilità problema di realizzazione dei lavori, sono lavori molto impattanti. Qui siamo chiamati tutti a pensare quali sono le modalità migliori per accelerare”.
Dall’altra parte il cambiamento climatico ha portato con sé il presentarsi di eventi violenti concentrati e ricorrenti in aree – vedi le alluvioni del 2023/2024 tra la Piana fiorentina, Prato e Pistoia – con cui ad andare in crisi è il reticolo minore o quello fognario, dove grandi infrastrutture non servirebbero a scongiurare il rischio.”I piani di protezione civile sono sempre stati considerati un po’ come un adempimento formale – ha ribadito Checcucci – ma non lo sono. Sono un adempimento più che sostanziale, una risposta e un rimedio. Per questo stiamo facendo una grandissima campagna con i Comuni e la Regione. Per esempio a Prato stiamo lavorando col commissario sul piano di protezione civile cercando di creare un modello che può essere esportato”.
Sul mancato aggiornamento dei Piani di Protezione Civile da parte dei Comuni anche in Toscana, solo pochi giorni fa è arrivata una “bacchettata” da parte del presidente della commissione parlamentare di inchiesta sul rischio idrogeologico, Pino Bicchielli: “Regione, Autorità di bacino distrettuale e commissario, nel caso di Prato, possono fare un piano che risponda alla nostra mappatura che spesso esiste ma non viene considerata” dice Checcucci: “I Comuni hanno sì il piano di protezione civile ma magari non è aggiornato o è troppo generico”.
Il programma della Conferenza del 4 novembre a Palazzo Vecchio sarà arricchito anche dal videomessaggio del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Parteciperanno come ospiti anche il segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale Gaia Checcucci, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, la sindaca di Firenze Sara Funaro, il presidente del comitato italiano One Water, il vice segretario generale dell’Unione per il Mediterraneo Grammenos Mastrojeni.
La giornata prevederà durante la mattinata a Palazzo Vecchio un panel sulle lezioni apprese dalle recenti alluvioni, uno sul concetto di città spugna mentre nel pomeriggio si terrà un workshop sulla riduzione dei rischi idraulici. Quello fiorentino è il primo step di un forum euro Mediterraneo sull’acqua che poi si terrà a ottobre 2026 a Roma, dove parteciperanno 42 Paesi dell’area mediterranea. Erasmo D’Angelis, presidente Fondazione Ewa e tra i relatori, ha ribadito che “l’Italia è un Paese vocato al rischio idrogeologico, abbiamo 7.490 corsi d’acqua, di cui 1.200 sono fiumi ma hanno tutti un carattere particolare ovvero sono torrentizi e non fluviali”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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