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Detenuto muore in cella a Prato, non è escluso l’omicidio. Antigone: “Carceri allo sbando”

today18/07/2025 1

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PRATO – Un detenuto rumeno di 58 anni è stato trovato morto nel carcere La Dogaia di Prato. Era nella sezione isolamento dove stava scontando una sanzione disciplinare. A darne notizia la procura di Prato, che non esclude possa essersi trattato di un omicidio. “E’ stato disposto l’esame autoptico e si stanno esaminando le telecamere interne dell’impianto di videosorveglianza, al fine di individuare la causa della morte” rende noto il procuratore capo Luca Tescaroli.

L’uomo aveva precedenti penali per violenza sessuale, maltrattamenti, calunnia, minacce e lesioni personali, aveva partecipato alla rivolta del 5 luglio scorso e risultato in possesso di armi rudimentali. All’interno della camera non sono stati trovati strumenti che inducano a ipotizzare il suicidio (né corde, né lacci). Nella struttura, sottolinea la procura, è emerso un preoccupante ricorso alla violenza da parte di gruppi di detenuti in pregiudizio di altri ed una estrema facilità di movimento di chi è ristretto, che si estendono anche alla sezione di isolamento.

“Il sistema carcerario in Italia è allo sbando, è all’abbandono” è il commento che arriva dalla coordinatrice nazionale dell’Associazione Antigone, Susanna Marietti: “Quella di Prato è una situazione particolare, dove da tempo manca il direttore e oltre il 50% dei detenuti è straniero. Ma al netto del singolo episodio quanto sta avvenendo nelle carceri italiane nel 2025 è sovrapponibile al 2024: il numero dei morti è sostanzialmente lo stesso”. “L’unica ricetta che il ministro Nordio ha individuato – aggiunge – è quello delle misure alternative che è come inventare l’acqua calda, erano già disponibili prima. La pratica dell’isolamento è devastante ed è oramai utilizzato con grande facilità quale strumento di gestione quasi ordinaria del carcere”.

 

Scritto da: Redazione Novaradio