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Elezioni regionali, Toscana Rossa: “Le regole sulla raccolta delle firme ostacolano il pluralismo” – ASCOLTA

today20/08/2025

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    Antonella Bundu, candidata governatrice Toscana Rossa, 20 agosto 2025

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PRATO / TOSCANA – Le norme che regolano la raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle candidature alla prossime elezioni regionali sono un “attacco al pluralismo” e rendono molto difficile il compito alle forze che non sono già presenti in Consiglio Regionale. A denunciarlo oggi, da Prato e ai microfoni di Novaradio, è Antonella Bundu, candidata governatrice per Toscana Rossa, la lista di alternativa di sinistra formata da Rifondazione, Possibile e Potere al Popolo.

Il presidente uscente Giani – spiega Toscana Rossa – ha firmato il decreto di indizione delle elezioni a soli due mesi dal voto e le firme necessarie per le liste che non hanno rappresentanza in Consiglio Regionale sono circa 10.000 da raccogliere in tutta la Toscana. Inoltre lo sbarramento al 5% non garantisce la reale rappresentanza della volontà popolare. A queste condizioni già di per sé sfidanti, che Toscana Rossa sa di poter affrontare e vincere, alcuni Comuni aggiungono difficoltà burocratiche che mascherano un vero e proprio attacco alla democrazia”.

Problemi che si aggravano ulteriormente in alcune circoscrizioni, come quella di Prato, dove tra l’altro gli organi eletti sono vacanti e governa un commissario: “Abbiamo fatto la richiesta per quelli che sono i banchini – spiega stamani Bundu a Novaradio – e c’è stato risposto che non possiamo averne più di quattro eh in un mese. Dunque tutti gli altri che avevamo richiesto non ci sono”. “Ora – assicura – ce la faremo sicuramente perché ci sono anche altri modi che non che non sono banchini, però noi denunciamo questo fatto che è un attacco alla democrazia.” E aggiunge: “Non dare una risposta certa e dire  ‘poi lo potrete fare a 30 giorni dalle elezioni’ significa tagliare fuori assolutamente quelli che devono fare la raccolta firme, perché ora stiamo raccogliendo le firme che vanno depositate  l’11 di settembre”.

Bundu sottolinea anche un altro aspetto della legge elettorale:  chi deve raccogliere le firme ha già presentato le candidature, già conoscibili per i citadini, mentre le forze politiche che hanno gruppi costituiti in Consiglio Regionale hanno tempo fino all’11 settembre: “I  nomi sono lì, quando ora stiamo andando a raccogliere le firme nelle varie città le liste sono già composte”.

La denuncia delle difficoltà poste dalla legge elettorale alle forze “fuori” dal Consiglio è denunciata anche da altre forze, come Democrazia Sovrana e Popolare, che ha presentato anche un ricorso al TAR. Un atto corretto, ma che non basta secondo Bundu: “Non può essere solo dire ‘non riusciamo a raccogliere le firme e quindi si va al TAR’. Noi facciamo sia una denuncia, non solo sul Prato ma in generale su quello che è il sistema che assolutamente va cambiato, e allo stesso tempo facciamo vedere che comunque queste firme, pur con tutti gli ostacoli che ci stanno mettendo, noi comunque le raccoglieremo”.

Infine, Bundu si sofferma sui temi della campagna e in particolare sull’accordo tra Pd e M5s che inserisce tra i 23 punti molti dei temi cari proprio alla sinistra di opposizione in Toscana: redito sociale, acqua pubblica, no alle basi militari. “Sicuramente ci sono tanti tante cose interessanti – commenta – ma c’è c’è tutto  e l’opposto di tutto all’interno di questo centrosinistra”. E si sofferma su “alcune cose su cui hanno glissato”. “Anche quando parlano di aeroporto – dice Bundu –  dicono di ritornare al PIT del 2014, dove il piano di indirizzo territoriale proprio di quell’epoca lì non  esclude l’ampliamento dell’aeroporto in contemporanea con quello che può essere il parco agricolo della piana”. E ancora, aggiunge Bundu, “non mettono molto l’accento su quelle che sono questioni energetiche o ambiente, però indicano due o tre cose: ci sembra che rientrino in quella che è un po’ l’ambiguità” che “abbiamo visto anche nelle lezioni ultime dove dell’aeroporto non si parlava ‘perché tanto tanto non si farà’ “.

Allo stesso modo, su molti altri temi, Bundu invita a considerare la credibilità e la coerenza del pato Pd-M5s: “Penso che bisogna guardare ai fatti sulla multiutility, sull’aeroporto, sul su su tutti i temi, sul rigassificatore”. “Non è il tanto il contrapporsi al centrosinistra – sottolinea Bundu – perché sicuramente le distanze col centrodestra già le conosciamo, però penso che le persone debbano essere stufe di queste promesse che vengono fatte sotto il periodo elettorale e poi rimane tutto così, o comunque si va nella direzione opposta di quello che è stato detto nei programmi”.

“Noi abbiamo posizioni chiare, non ambigue e rimaniamo su quelle posizioni” ribadisce Bundu, che ricorda alcuni tra i punti qualificanti del programma. Innanzitutto “andare avanti col Parco Agricolo della Pianura e con lo sviluppo del Polo scientifico, e non con il PIt del 2014”. Inoltre l’attenzione ai temi della sanità e dei servizi socio-sanitari, un piano casa che riparta dalla ristrutturazione e messa a disposizione dei 5.000 alloggi ERP sfitti e da un vero censimento di quanti alloggi sfitti, pubblici e privati,  ci sono in Toscana. E ancora, i temi ambientali, da una riflessione sulla geotermia e la riconferma che hanno avuto i progetti di sfruttamento Enel sul Monte Amiata, i livelli occupati nazionali che ci saranno a Piombino al di là della vicenda rigassificatore, la demilitarizzazione del territorio: “Noi ci siamo sempre stati, a partire da Coltano nel Parco di San Rossore per arrivare al comando NATO a Rovezzano”.

Scritto da: Redazione Novaradio