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“Io, da Firenze a bordo della più piccola barca della Sumud Flotilla: nessuna paura, le manifestazioni a terra ci spingono ad andare avanti” – ASCOLTA

today23/09/2025 1

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    Emilio, partecipante alla Sumud Flotilla 23092025

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MAR MEDITERRANEO – Prosegue la navigazione verso Gaza della Global Sumud Flotilla, dopo che nei giorni scorsi le barche partite dalla Spagna sono riuscite a lasciare la Tunisia e ricongiungersi con i 18 natanti provenienti dal “contingente italiano” proveniente da Augusta in Sicilia. Al momento la “Flottilla” è composta di una quarantina di barche e si trova nei pressi dell’isola di Creta, dove è stata effettuata una breve sosta al largo per rifornimento carburante delle barche a motore. La “carovana nautica” costeggerà l’isola greca fino all’estremità orientale, dove si uniranno alcune altre barche, per poi proseguire senza sosta verso le coste della Palestina, con l’obiettivo di rompere l’isolamento umanitario e mediatico.

A bordo di una delle navi italiane, la “Fair lady” – 10 metri, la più piccola della flotta – c’è un Emilio, abruzzese di origine ma fiorentino di adozione, che ha deciso di unirsi alla spedizione. Con lui, a bordo, membri dell’equipaggio marinaresco, un giornalista ed una influencer malese, e un’attivista marocchina.

Dopo i problemi avuti nei porti tunisini, con l’attacco di droni alle navi Family e Alma, ora la navigazione sta procedendo tranquilla, racconta Emilio, e il clima che si respira è di grande fiducia:  “Il clima è stupendo, c’è uno spirito super positivo, nonostante sappiamo a cosa potremmo andare incontro”. Paura per nuovi attacchi dopo quello che è successo a Sidi Bou Said? “No, sembrava più un attacco intimidatorio. Non ci aspettavamo certo che ci mandassero il tappeto rosso, è ovvio che cercano di fare un po’ muro. Però non siamo impauriti. Anzi, più andiamo avanti e più quello che succede a terra ci spinge a continuare per arrivare davanti alle acque palestinesi”.

A spingere avanti la flotta, oltre alle notizie drammatiche che arrivano da Gaza ma anche quelle delle grandi manifestazioni per la pace: “Tutte le persone che stanno andando a manifestare, come ieri a scioperare: qualcosa si sta muovendo” dice Emilio: “Manca ancora quasi una settimana al nostro arrivo, spero che la missione fili liscia e che riusciamo a portare quello che stiamo portando”, ossia il carico di viveri e medicine: “Abbiamo sacrificato un po’, diciamo, della nostra cambusa per riuscire a a mettere quanti più pacchi possibili. A bordo, anche della piccola Fair Lady, anche sistemi tecnoloigci (stralink, videocamere) per la geolocalizzazione in tempo reale e le riprese di eventuali nuove “azioni di disturbo”.

“In ogni caso – dice ancora Emilio – abbiamo portato alla ribalta, noi qui in mare e tutte le persone da terra una questione che era già da troppi anni insofferente. Un primo obiettivo in un certo senso l’abbiamo già raggiunto prima ancora di prima ancora di arrivare lì”. “La missione vera e propria – sottolinea – è appunto scoperchiare il vaso di Pandora di quello che sta succedendo in Palestina: se n’è sempre parlato ma sempre in sordina, ora da un mese a questa parte tutti sanno quello che sta succedendo e prima non era così”.

Scritto da: Redazione Novaradio