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Da bosco e da riviera - 21 ottobre 2025
Etichetta: 42 Records
Promozione: GDG Press
Uscita: 17 ottobre 2025
Un disco che si espande nella visione di un film. Un’opera d’arte totale, intima e introspettiva, che in verità ritrae l’essere umano e il suo rapporto con il reale. Partendo dalla luce, per arrivare alle ombre.
A sei anni di distanza dall’ultimo lavoro discografico e anticipato dai brani Un momento migliore, La notte e Quando Una Lunghissima Ombra non è soltanto il nuovo album di Andrea Laszlo De Simone, in uscita il 17 ottobre per 42 Records. Stratificando musica, letteratura, cinema e ispirazioni pittoriche per Una Lunghissima Ombra bisogna pensare in termini di gesamtkunstwerk: l’ultimo progetto artistico del musicista, compositore e chansonnier torinese si compone infatti di un disco e di un poema visivo fatto di “quadri filmici”, in cui si manifestano frammenti di (iper)realtà, di elementi naturali e di paesaggi urbani. Un susseguirsi contemplativo e quasi psichedelico di epifanie, fra fuoco e nebbia, riflessioni che si fanno immagine e prendono vita. Già pubblicato lo scorso maggio in una versione con il solo suono ambientale, il film finalmente si riaccende nella sua versione definitiva, completa delle canzoni, proprio in concomitanza con l’uscita del disco. Ne diventa espansione semantica e sensoriale.
“Una Lunghissima Ombra è un progetto audiovisivo in cui ho provato a portare alla luce i pensieri intrusivi, quelli che sono costantemente presenti dentro di noi anche quando stiamo pensando ad altro e che finiscono per proiettare lunghe ombre sulla nostra esistenza. Per farlo mi sono avvalso di una metafora semplice, quella del processo di formazione delle ombre. Ho scelto di rappresentare un “punto di luce” attraverso delle inquadrature fisse della realtà, un “oggetto” attraverso i testi delle canzoni e “le ombre” attraverso la musica. Perché l’ho fatto? Per via delle mie ombre, temo” scrive Laszlo. Ispirazione romantica, approdo contemporaneo.
Articolato in 17 tracce, alcune della quali strumentali – l’intro (Il buio) e quattro interludi (Neon, Diffrazione, Spiragli e Rifrazione) che dialogano con le canzoni come un contesto sonoro sottostante – il disco abita gli ampi territori musicali che fin dal suo esordio contraddistinguono l’autorialità compositiva di Laszlo: dalla tradizione cantautorale italiana e francese alla psichedelia, dalle aperture sinfoniche ai passaggi più rock, field recording e musica concreta, elettronica e qualche ricordo beat. Un’assoluta eterogeneità stilistica che sembra in qualche modo racchiudere tutti gli album precedenti, in un ideale percorso a ritroso nella sua discografia: dalla colonna sonora di Le Règne animal fino ad arrivare a Ecce Homo.
Ricordo tattile, La notte, Colpevole, Quando, Aspetterò, Per te, Un momento migliore, Pienamente, Planando sui raggi del sole, Quello che ero una volta, Non è reale e la conclusiva title-track sono le canzoni attraverso le quali Andrea Laszlo De Simone – mosso da un preciso sentimento-guida, la melanconia – indaga se stesso in quanto animale sociale, affrontando tematiche esistenziali che affiorano dal proprio vissuto ma che riguardano tutti noi, il nostro essere nel mondo: l’impossibilità di comprendere appieno la vita e la possibilità di doverla, a volte, semplicemente accettare; il tempo che scorre inesorabile e ci costringe al dolore dei rimpianti ma ci offre anche la dolcezza dei bei ricordi; la difficoltà di risolvere le proprie contraddizioni; il maledetto dissidio fra sensi di colpa e assunzioni di responsabilità; l’intenso desiderio di vita e il senso di smarrimento, inadeguatezza, solitudine.
La lunghissima ombra è fatta dunque di ossessioni, paure, insicurezze che condizionano il nostro agire e la nostra identità, perché per Laszlo, così come già per Sartre, esistiamo nelle relazioni, nelle reti sociali, nella cultura. Tuttavia sono elementi immateriali, non tangibili: sono fantasie, non sono reali, esattamente come il titolo del brano Non è reale, una sorta di canzone-manifesto del disco. L’eccezione è il rapporto padre-figli, che emerge di tanto in tanto, come momento cruciale del ciclo dell’esistenza nascita/riproduzione/morte.
Al centro di tutto c’è comunque Andrea Laszlo De Simone, con il suo corpo e la sua coscienza, memoria di esperienze e sensazioni, antenna che capta in modo chiaro il caos dell’esistenza, individuale prima di tutto. E, di riflesso, collettiva.
A partire da una fascinazione per l’enigmatico fenomeno della luce, simile a quella che investì la pittura impressionista (sicuramente dovuta alle diverse esperienze con il cinema e all’essere figlio di un fotografo), Una lunghissima ombra è dunque un progetto insieme intimo e universale ma non è un’opera cupa, nichilista. Perché le ombre esistono solo grazie alla luce e alla fine tendono sempre a dissolversi, lasciandoci “planare sui raggi del sole”, creando spazio per una nuova luce. Che sono i figli. Che sono il futuro.
Scritto da: Redazione Novaradio
42 Records andrea laszlo de simone Disco della settimana gdg press una lunghissima ombra
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