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Acqua pubblica, Palagi (Sinistra): “Anche Publiacqua conferma: la ripubblicizzazione è possibile”. E rilancia: “Ora l’acqua fuori dalla multiutility” – ASCOLTA

today05/11/2025

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    Dmitrij Palagi, consigliere comunale Sinistra Progetto Comune Firenze – 5 novembre 2025

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FIRENZE – “Il presidente di Publiacqua con una certa tranquillità, mi viene da dire quasi con leggerezza, ci ha detto che il processo di ripubblicizzazione è semplice perché Publiacqua potrebbe fare tutto da sola. Il socio privato evidentemente poteva essere liquidato da molti anni” perché “i profitti o comunque che escono fuori dalla gestione del servizio idrico garantiscono alla società la possibilità di riacquistare le quote che sono oggi di proprietà di un privato, che è una multiutility di un’altra regione”.

Così Dmitrij Palagi, consigliere comunale Sinistra Progetto Comune Firenze, commenta le dichiarazioni del presidente Publiacqua Nicola Perini che, audito ieri in Commissione Controllo del Consiglio Comunale, ha affermato come le Publiacqua potrebbe riacquisire le quote in mano ad di Acea – costo stimato 100/150 milioni di euro –  anche senza esborso dei Comuni. “Perini ci ha garantito che le competenze che si richiedono al privato non sono insostituibili, cioè che Publiacqua può fare a meno del socio privato: ci ha spiegato che il socio privato è inutile, non da oggi, evidentemente”. Non solo, aggiunge Palagi: “Che Publiaqua può tranquillamente fare a meno non solo del socio privato ma anche della Multiutility,

Ecco perché, in attesa della convocazione della assemblea dell’AIT (Autorità Idrica Toscana) in cui i Comuni dovranno sancire la svolta verso la ripubblicizzazione, il dibattito si concentra sul dilemma: “Acqua pubblica dentro o fuori dalla multiutility Alia / Plures?”. Sullo sfondo c’è la preoccupazione per la tenuta dei conti della holding senza i lauti ricavi assicurati dalla gestione dell’acqua.  A propendere verso la prima ipotesi c’è la componente riformista del PD, ma anche AVS-Ecolò e una parte dei 12 sindaci “ribelli” che a suo tempo avevano firmato la “mozione di minoranza” per stoppare il processo di finanziarizzazione e quotazione in Borsa.

“Noi non concordiamo con la posizione che dice che tutto sommato Publiacqua può rimanere dentro la Multiutility” dice Palagi, spiegando che in questo modo si rinuncia ad affrontare un tema forte, quello del ripensamento radicale della attuale gestione dei servizi ambientali: “In questo modo ci rassegniamo al fatto che invece la gestione dei servizi ambientali, così come quelli della distribuzione del gas, che di fatto stiamo cedendo al socio privato Italgas, alla quota del Comune di Firenze all’interno di Toscana Energia e in più l’esposizione debitoria di un sistema che evidentemente rischia di essere insostenibile per la gestione dei servizi ambientali rimangano dentro una logica assolutamente sbagliata. Se la multiutility non può reggere senza l’acqua dentro, stiamo semplicemente nascondendo la polvere sotto al tappeto e facendo finta che vada tutto bene”. “Chiaramente – aggiunge – non sarà facile costruire le soluzioni alternative alla multiutility, ma non c’è reale gestione dei servizi pubblici dentro quella cornice che è stata disegnata e che ha fatto nascere Plures”.

Anche alla luce di questo dibattito, rammenta Palagi, assume particolare importanza il referendum di Empoli sull’uscita dalla multiutility in programma domenica prossima: “Aprirebbe una breccia decisiva per andare nella direzione che pensiamo noi, è una sfida che non riguarda solo Empoli”. “Gli atti amministrativi sono ancora fermi al socio privato al 30% nell’acqua e alla quotazione in borsa” ricorda e “basta veramente un soffio di vento per tornare alla situazione voluta dall’allora sindaco Nardella” e dal patto siglato con i sindaci di Prato, Pistoia e Empoli”. “Se nel comune di Empoli che aveva già votato la votazione in Borsa si va a cancellare la delibera – conclude Palagi –  vorrebbe dire che tutto il progetto costitutivo si può fermare, e che si ragiona insieme come non perdere un posto di lavoro, non alzare le tariffe alle persone e fare in modo che i servizi siano pensati non tanto per una struttura finanziaria economica con esposizione debitoria, ma effettivamente di prossimità, e che superino la logica delle privatizzazioni di fatto anche dove ci sono i soci pubblici”.

 

Scritto da: Redazione Novaradio