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La Settima Ossessione - 26 novembre 2025
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Sandro Bennucci, pres. Asociazione Stampa Toscana – 28 novembre 2025
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TOSCANA – La redazione di Novaradio è al fianco dei colleghi e delle colleghe giornalisti oggi in sciopero nei quotidiani, periodici, agenzie, testate online, radio e tv nazionali che applicano il contratto Fnsi-Fieg, per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da dieci anni. Le problematiche evidenziate dallo sciopero di oggi son infatti al centro delle richieste dell’emittenza radio locale, che comprende Novaradio e che vede l’applicazione del di un diverso contratto, in scadenza a dicembre 2026.
Per tutta la giornata i siti di molte testate nazionali non saranno aggiornati. A Firenze, convocato alle 11 un presidio da parte dell’Associazione Toscana Toscana, sotto la sede Rai di largo Bernabei. “E’ una mobilitazione oggi di tutta la categoria – spiega a Novaradio Sandro Bennucci, presidente Assostampa Toscana – non solo per rinnovare un contratto che è fermo da 10 anni, ma anche per dare una spallata ad una situazione che non è più sostenibile per quanto riguarda il precariato, che è dilagante nella nostra professione, e per quanto riguarda i collaboratori che spessissimo lavorano per 2, 3, 5 a pezzo. Ma c’è una cosa in più – aggiunge: “Gli editori volevano inserire quello che si chiama salario di ingresso che sarebbe stato intorno ai €1000 al mese. Una cosa inaccettabile, avere magari un piccolo aumento di stipendio in cambio di una di una gogna di questo genere per chi deve essere assunto ancora. In questi anni gli editori hanno avuto tutti dei contributi milionari in più dallo Stato, ci sono stati centinaia di stati di crisi al Ministero eh del lavoro, dove gli editori hanno guadagnato sui prepensionamenti hanno svuotato in tanti casi le redazioni con la cassa integrazione. Quindi è inutile che ci vengano a parlare di salario d’ingresso”.
Negli ultimi 10 anni, scrive il sindacato unitario dei giornalisti Assostampa Toscana, “gli editori hanno investito molto poco nel prodotto nonostante le sovvenzioni pubbliche, e hanno tagliato il costo del lavoro con la riduzione degli organici attraverso gli stati di crisi mentre le retribuzioni dei giornalisti sono state colpite dall’inflazione cresciuta del 20%. I dipendenti sono così diminuiti, ma è aumentato a dismisura lo sfruttamento di collaboratori e precari: pagati pochi euro a notizia, senza alcun diritto e senza futuro. Le proposte degli editori, tagliando il salario dei neo assunti, rischiano di esasperare la divisione generazionale nelle redazioni non cogliendo le prospettive digitali del settore. Non ne facciamo una battaglia corporativa. Pensiamo che un’informazione libera e plurale, che sia controllo democratico, abbia bisogno di giornalisti autorevoli e indipendenti, che non siano economicamente ricattabili. Solo così potremo garantire il rispetto per i cittadini e i lettori, per l’articolo 21 della Costituzione”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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