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Maggio Musicale, è di nuovo allarme conti

today15/05/2018

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FIRENZE  – Nonostante i primi buoni risultati dell’opera di risanamento dei conti della gestione del nuovo sovrintendente Cristiano Chiarot, sul bilancio del Maggio Musicale Fiorentino pesa ancora come un macigno il debito accumulato nel corso degli anni – pari a 62 milioni di euro – che mette a rischio la possibilità di un ritorno all’equilibrio con le proprie forze, e rende invece urgente una (nuova) iniezione di fondi.

E’ impietosa l’analisi semestrale del commissario alle fondazioni lirico sinfoniche, Gianluca Sole che ha il compito di monitorare i bilanci degli enti che hanno usufruito dei fondi speciali statali in cambio dell’impegno ad un risanamento dei conti.

A fronte di dati positivi di alcuni indici operativi e patrimoniali per il 2017 – come l’aumento delle alzate di sipario, il riempimento della sala con un indice spettatori “leggermente superiore alle attese” e la riduzione dei costi costi in diminuzione (32,9 milioni di euro) – il risultato è però un utile di poco meno di 600 mila euro e  ricavi in diminuzione rispetto al bilancio 2016 (che però poteva contare sulle risorse “una tantum” come il maxi-sconto della ristrutturazione del debito concordate con le banche).

La conseguenza è che il debito “resta stazionario rispetto al consuntivo 2016 e si conferma ancora il più elevato tra tutte le fondazioni sottoposte a monitoraggio”. Per di più, “solo il 49% è di residua quota di rimborso» del fondo di garanzia del governo, mentre il resto sono debiti da restituire a Agenzia delle entrate, Inps, fornitori, cantanti, musicisti.

In una situazione simile, scrive Sole, “non è plausibile che la fondazione possa raggiungere risultati tali da consentirle di riportare, nel breve-medio periodo, la proprio posizione debitoria entro livelli sostenibili”, e quindi quello che si rende necessario è una «ripatrimonializzazione (in denaro) dai soci».

Tradotto: Regione, Comune di Firenze e Metrocittà dovranno impegnarsi a rimpolpare con nuovi fondi il patrimonio della fondazione – per una cifra che il commissario ha già a suo tempo stimato attorno ai 18 milioni di euro, di cui 10 dovrebbero entrare nelle casse del maggio il prima possibile.

Al Maggio si sta facendo economia su tutto – tanto che il sovrintendente Chiarot nello spulciare il patrimonio ha messo a bilancio anche alcuni lampadari di design delle vecchia sede del valore stimato di ben 4 milioni di euro. Che saranno venduti, ovviamente, anche se è ben altro quello che serve.

“Mi auguro – ha detto Chiarot – che il Maggio possa essere al più presto ripatrimonializzato per consentirgli di continuare il percorso virtuoso in cui si è incamminato in questi mesi. Il maggio è una realtà importante per la città e per la regione». Ora la palla passa alle istituzioni, socie della Fondazione, che dovranno giustificare ai cittadini una nuova iniezione di fondi pubblici per salvare il Maggio.

Scritto da: Redazione Novaradio


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