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“C’è una sentenza”: Annullata la trascrizione delle nozze gay

today09/10/2014

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emilio bonifazi 2GROSSETO – Il braccio di ferro tra i Comuni, anche toscani, contro il minsitro Alfano sull trascrizione dei matrimoni gay celebrati all’estero segna oggi un decisivo punto a favore del titolare del Viminale. Il sindaco di Grosseto, Emilio Bonifazi, ha comunicato di aver dato esecuzione stamani alla sentenza della Corte di appello di Firenze che ha accolto il ricorso della procura contro la trascrizione di un matrimonio omosessuale contro all’estero nel registro delle unioni civili.  “C’è una sentenza del giudice e noi la rispettiamo – ha affermato Bonifazi, che pure esra stato -. Il prefetto, nell’invito che ci ha spedito dopo le parole del ministro Alfano, ha allegato la sentenza e quindi non potevamo fare altrimenti”.

La Corte di appello di Firenze a cui si era rivolta la procura, come già riferito da alcuni quotidiani locali, ha infatti annullato la sentenza del Tribunale di Grosseto che ordinava al comune di trascrivere l’unione nel registro dello stato civile tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci, che si erano sposati a New York nel 2012 e avevano chiesto che la loro unione fosse regolarizzata in Italia. Nel dispositivo dei giudici fiorentini si rileva che, durante il procedimento di primo grado al Tribunale di Grosseto, non era stata citata l’avvocatura di Stato come prevede la legge. “Noi rispettiamo la legge – ha detto oggi il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi -. L’ufficiale di stato civile, Mario Venanzi, così come negò la trascrizione prima di essere costretto dalla sentenza grossetana, adesso l’ha cancellata per lo stesso motivo. Non permetterei ad un dipendente comunale di andare contro la legge. Esiste comunque un vuoto normativo che soltanto il Parlamento, con una legge ad hoc, può risolvere”.

Dura la reazione da parte di Giuseppe Chigiotti, l’architetto grossetano che si era sposato con Stefano Bucci a New York dopo l’annullamento delle trascrizione: “A me e Stefano rimangono due strade da percorrere: o ricominciare l’iter per avere il riconoscimento della nostra unione in tribunale a Grosseto, oppure cambiare paese dove vivere”.  “Vogliamo vivere in un paese dove esiste l’affermazione di qualsiasi diritto – ha proseguito Chigiotti -. Se il mio paese non riesce a garantirmi questi diritti, vorrà dire che andremo a vivere da un’altra parte. Eventualità a cui stiamo pensando fortemente”. “Ancora una volta – ha poi aggiunto Chigiotti riferendosi alla decisione della Corte d’appello – hanno deciso di non decidere per non inimicarsi la magistratura. Se avessero annullato la sentenza perché era contro la legge, la cosa sarebbe finita qui. Ma purtroppo non è così”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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