Cultura

I versi di Dante per dire no alla violenza sulle donne

today16/06/2015

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home-museo-casa-di-danteFIRENZE – Nell’ambito delle celebrazioni per i 750 anni della nascita di Dante il Museo Casa di Dante presenta, il 18 giugno alle 19 all’auditorium Al Duomo (via dei Cerretani 54r), “E il modo ancor m’offende” di Giuliano Turone, spettacolo che prende spunto dal V Canto della Divina Commedia per dire No alla violenza alle donne.

“Dal 1200 ad oggi – ha spiegato la Presidente della Commissione Cultura e Sport Maria Federica Giuliani – le violenze quotidiane colpiscono e offendono le donne. La cultura può, in maniera importante, contribuire a rimuovere stereotipi atavici di cui è ancora pervasa la società. Il teatro arriva al cuore delle persone: è quindi una denuncia e un messaggio deciso contro la violenza alle donne. L’importante è denunciare sempre”.

L’iniziativa, organizzata dal Museo Casa di Dante in occasione dei 50 anni dalla fondazione del museo in collaborazione con la Fondazione Romualdo Del Bianco e il suo istituto internazionale Life Beyond Tourism, ha il patrocinio del Comune di Firenze.
Lo spettacolo si snoda attraverso il dialogo tra un eccentrico professore e un’aspirante docente di ‘educazione all’uguaglianza tra uomo e donna’, in scena Alessandra Mandese e lo stesso Turone, per la regia di Igor Grčko.
Il testo si apre con i versi che Dante dedica a Francesca da Rimini che, di violenze, ne ha subite tante. Prima il matrimonio con Gianciotto Malatesta, impostole con un perfido inganno, poi la costrizione a subire per sempre lo stupro continuato da parte del marito tiranno e non voluto. Infine la morte infertale da quel marito dopo che questi aveva scoperto la relazione di lei con suo fratello Paolo. Una storia tanto triste quanto perfetta per accompagnarci in un viaggio nella realtà di oggi, dove gli episodi di violenza e di femminicidio si moltiplicano.

L’obiettivio è quello di far riflettere, attraverso i versi danteschi, sull’universalità del problema e sull’urgenza di ingaggiare una battaglia culturale, l’unica ‘arma’ per sconfiggere la brutalità dei troppi mostri di cui si occupano le cronache.“Per noi che abbiamo il privilegio di operare nel modo della cultura – dice Tullia Carlino, responsabile eventi e relazioni esterne del Museo, – è un dovere occuparci anche di questi problemi, perché la cultura è bellezza e la bellezza soffre sempre davanti all’orrore della violenza”.

Info www.museocasadidante.it

Scritto da: Redazione Novaradio


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