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Sputnik – I've Heard Brian Eno in the McDonald's Fridge – 27 marzo 2025
FIRENZE – I giudici della Corte d’appello di Firenze si sono appena ritirati in camera di consiglio per decidere la sentenza sulla strage di Viareggio del 29 giugno 2009, quando un vagone cisterna carico di gpl deragliò ed esplose, provocando 32 vittime. L sentenza è attesa nel pomeriggio.
In tutto 17 imputati, a vario titolo, con le accuse di disastro ferroviario, omicidio e omicidio colposo – le accuse per incendio colposo e lesioni personali sono andate in prescrizione. Tra gli italiani, figurano Mauro Moretti, allora amministratore delegato del gruppo FS, condannato in primo grado a 7 anni per disastro e omicidio colposo, per cui l’accusa ha chiesto una condanna a 15 anni e mezzo; Michele Mario Elia, ai tempi amministratore delegato di Rfi, condannato in primo grado a 7 anni e sei mesi (per cui sono stati chiesti 14 anni e mezzo di pena); Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia, condannato a 7 anni e 6 mesi (per lui la pena richiesta è 12 anni e mezzo).
Tra gli imputati stranieri invece ci sono i responsabili delle aziende Gatx Rail Germania e Gatx Rail Austria – aziende proprietarie del convoglio – i tecnici e i responsabili delle officine Jugenthal di Hannover che revisionarono l’assile che si spezzò causando il disastro: in primo grado a loro vennero comminate le condanne più pesanti.
Ad attendere la sentenza, fin da stamani, si sono radunati all’ingresso del Giustizia decine tra superstiti e familiari delle vittime. “Viareggio 29 giugno 2009, niente sarà più come prima” è la frase che si legge su uno dei numerosi striscioni affissi: sotto la scritta, le foto delle 32 vittime. Un altro cartello ritrae l’ex ad di Rfi Mauro Moretti vestito come un detenuto. Un altro ancora chiede ‘Verità, giustizia e sicurezza’.
Numerosi i familiari presenti in aula fin dalle prime ore della mattina: c’è chi trattiene a stento le lacrime, chi ancora abbraccia il vicino di sedia per riuscire a gestire l’emozione del momento. Tra loro anche Daniela Rombi, madre di Emanuela Menichetti, morta a 21 anni per le gravi ustioni riportate a seguito dell’esplosione del vagone cisterna alla stazione di Viareggio: “Non ne posso più dell’attesa – racconta – queste ultime ore sono quelle che sfiniscono del tutto”.
Scritto da: Redazione Novaradio
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