TOSCANA – A quasi due mesi dai primi provvedimenti di restrizione, il contagio da Coronavirus in Toscana pur proseguendo ha imboccato un evidente trend in discesa: rispetto a un mese fa i nuovi casi si sono ridotti del 70% a fronte di una riduzione in Italia del 50%. A dirlo è lo studio dell’Agenzia regionale di sanità (Ars) che ha analizzato la situazione toscana in vista dell’inizio della fase 2.
tra gli altri elementi notevoli, il cambiamento della gravità dei casi riscontrati: se nella prima fase i casi rilevati erano ricoverati in condizioni gravi, nelle ultime settimane sono la maggioranza i casi lievi o asintomatici, come frutto dell’aumento dei tamponi. Ancora, si apprezza un cambiamento anche del luogo di contagio: non più ambiente lavorativo o ospedaliero, ma case e Rsa, come effetto del distanziamento fisico. Per quanto riguarda i posti letto di terapia intensiva, la percentuale dei letti occupati rispetto alla capienza massima è attualmente del 25%. “Questo di dice anche come dobbiamo riorganizzare i servizi sanitari nella fase 2 – spiega – Fabio Voller, coordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia – e renderli più centrati sulla sanità territoriale”.
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Il trend dei nuovi casi degli ultimi 10 giorni, spiega lo studio, ha mostrato una concentrazione territoriale verso la provincia di Firenze, dove è emersa oltre la metà dei malati totali. L’età mediana dei casi è 60 anni, ma la fascia di età con la maggior parte dei casi è quella dei 50-59enni e i tempi di guarigione sono 28 giorni in media dalla comparsa dei sintomi. Riguardo ai decessi – 872 i morti in Toscana a ieri – la letalità dei maschi è quasi doppia rispetto alle femmine (9,8% contro 5,4%). “Nella fase 2 – anngiunte Voler – dovremo fare tesoro delle informazioni che sono state raccolte fino ad oggi ed implementare sistemi che favoriscano la raccolta puntuale delle caratteristiche individuali, famigliari e di contesto dei nuovi casi”.