FIRENZE – Il governatore toscano Enrico Rossi è indagato a Firenze per la gara regionale per il tpl, bando da 4 miliardi per 11 anni vinto da Autolinee Toscane (gruppo Ratp), nel quadro dell’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze su esposto di una delle aziende del consorzio Mobit (risultato sconfitto) e che nelle settimane scorse ha visto iscrivere nel registro degli indagati 2 dirigenti della Regione e i membri della commissione giudicante.
L’avviso di garanzia a Rossi, così la stampa, è stato notificato ieri in vista della consulenza sul materiale sequestrato in Regione e presso At. L’accusa rivolta al governatore toscano è turbativa d’asta: il reato sarebbe contestato in relazione a un’intervista rilasciata da Rossi nel novembre del 2015, nella quale commentava l’aggiudicazione ad Autolinee nonostante la gara non fosse ancora terminata. “Accuse infamanti e ridicole”il commento di Enrico Rossi su fb: “Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori”.
“A volte ricevere un avviso di garanzia – dichiara Rossi – è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti”. L’esposto della “cordata di imprese che ha perso la gara” per il Tpl, secondo Rossi è un “ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure” dopo aver “strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi”.
L’ultima evoluzione dell’inchiesta penale – per cui i pm fiorentini ipotizzano i reati di falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta, induzione a promettere o dare utilità – arriva a pochi giorni dalla decisione del Consiglio di Stato di respingere la richiesta di sospensiva di Mobit all’aggiudicazione del servizio. Per Rossi “la cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio” di Tpl “provocando un danno alle casse regionali di due milioni di euro per ogni mese e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi”.
L’intervista finita nel mirino della procura, spiega il difensore di Rossi Gaetano Viciconte, sarebbe stata rilasciata dopo che era già stata effettuata l’attribuzione dei punteggi da parte della commissione di gara, sia per quanto riguarda l’offerta tecnica che per quella economica. Chi ha fatto l’esposto, controbatte Rossi, “nasconde il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio” e riportata dalla stampa, aggiungendo che “la seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica”.
L’inchiesta è nata da alcuni esposti delle società aderenti al consorzio Mobit, battuto nella gara regionale. Oltre a Rossi gli indagati sono due funzionari della Regione Toscana, Riccardo Buffoni, 61 anni, e Ivana Malvaso, 61enne, e i componenti della commissione giudicante: Mario Sebastiani, 76 anni, Stefano Pozzoli, 57, Patrizia Lattarulo, 59 anni, dirigente dell’area di ricerca economica pubblica e territorio di Irpet, e Gabriella Rorandelli, 51enne, dirigente dell’area trasporto pubblico delle Regione Liguria.
