FIRENZE- Scendono in piazza anche i panettieri e panificatori per denunciare rincari record nei prezzi di materie prime e bollette di energia e gas, che si ripercuotono su tutta la filiera.
Il presidio si è tenuto ieri pomeriggio in Piazza dei Ciompi a Firenze organizzato da Confcommercio. “L’incidenza degli aumenti come elettricità arriva al 400% e gas a 300%: non possiamo trasferire questi costi sul prezzo del pane. Il mercato non li potrebbe reggere,” dichiara ai nostri microfoni Nicola Giuntini, panificatore di Quarrata e Presidente del Sindacato Assipan Toscana.
“Non abbiamo più tempo serve un’azione mirata che ripristini la contrazione di liquidità subita per il caro bollette,” continua Antonio Tassone, presidente di Asssipan. “Noi dobbiamo arrivare a pagare meno le utenze, non utilizzando il credito d’imposta che si potrebbe sistemare il problema dei panificatori italiani”.
Fra i temi che hanno motivato l’ iniziativa ci sono le tante criticità che riguardano il settore della panificazione, in primis l’aumento dei costi delle materie prime e delle bollette, che stanno azzerando i ricavi delle aziende e rischiano di far schizzare in alto il prezzo del pane. Inoltre un quadro futuro a tinte fosche: a livello nazionale, Assipan-Confcommercio ipotizza che da qui alla metà del 2023 il settore potrebbe perdere fino a 1.350 attività e 5.300 occupati, in assenza di aiuti concreti alle imprese e di interventi strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica. In Toscana i numeri sono più contenuti, ma il livello di guardia resta altissimo: sarebbero circa 130 i forni a rischio chiusura sui 1.450 esistenti, con una perdita immediata di almeno 520 addetti.
Le difficoltà vengono raccontate dalle aziende cittadine, come lo storico forno di Piazza dei Ciompi. “Siamo un piccolo forno con due dipendenti e un titolare: ogni aumento per noi è un problema” racconta la fornaia Dina Abdel . ”Il costo della farina è passato da 0,50 euro al chilo a febbraio, a 0,65 al chilo. Per i sei quintali che ordiniamo tutte le settimane, l’aumento è di 360 euro mensili totali. Ordiniamo circa 200 tipi di materie prime: sono rincarati anche olio, burro e tutte le altre materie prime come lo zucchero. Si parla di aumenti incredibili”.
“Servirebbe un controllo sui prezzi delle materie prime dall’inizio della filiera perché poi gli ultimi anelli della catena siamo noi e i clienti,” conclude Dina Abdel.