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La guerra non arretra con 50 conflitti globali, si combatte anche per acqua e deserto che avanza. “Raccontiamo guerre per costruire pace” -ASCOLTA

today24/01/2023

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    Alice Pistolesi, giornalista Atlante delle guerre

MONDO- Torna l’undicesima edizione dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, una panoramica sull’anno segnato dall’invasione dell’Ucraina ma anche da tanti conflitti globali che non accennano a diminuire, rimanendo stabili rispetto allo scorso anno.  “Nella nuova edizione mappiamo 31 guerre, 23 situazioni di crisi e due macroaree di crisi. Siamo sempre oltre la cinquantina di stati che si trovano ad affrontare situazioni di guerra o conflitto,” spiega Alice Pistolesi, giornalista della redazione dell’Atlante della Guerre ai microfoni di Novaradio.

Tanti i temi alla base dei conflitti tra cui anche quelli legati a emergenze climatiche e disastri ambientali. “Da diversi anni cerchiamo di approfondire questo aspetto. Nell’ultima edizione abbiamo approfondito la situazione nella regione del Sahel, dove in questo momento si sta svolgendo una delle più grandi crisi umanitarie, che è dovuta anche alla crisi climatica quindi all’aumento della desertificazione e allo scontro delle diverse comunità agricole e pastorali che sono sempre più frequenti. Si tratta di una delle situazioni che stiamo attenzionando nel continente africano,” continua Pistolesi. “Sempre più il cambiamento climatico può essere considerata una vera e propria situazione di conflitto.”

Non solo guerre e conflitti ma anche storie legate alla costruzione di pace: “Raccontiamo la guerra per costruire la pace. Infatti, abbinato ad ogni scheda conflitto realizziamo un tentativo di pace che viene ricercato da un gruppo di giovani studenti coordinato dal professor Gianni Scotto che hanno questo incarico, ossia ricercare un’esperienza concreta di pace all’interno di ciascun conflitto. Questo per far capire che all’interno di ogni conflitto, anche il più violento c’è sempre qualcuno che fa qualcosa di attivo per la pace,” conclude Pistolesi. “Un esempio concreto può essere la Tanzania, dove al momento non ci sono conflitti ma si sta lavorando affinché le infiltrazioni terroristiche dei paesi confinanti non avvengano anche lì.”

Scritto da: Redazione Novaradio


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