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Blitz di Ultima Generazione a Firenze: “Basta fonti fossili”. Monni apre al dialogo ma avverte: “Transizione necessaria, le scelte spesso controverse” – ASCOLTA

today13/02/2023

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    Irene, Ultima Generazione 13022023

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    Monia Monni, assessora regionale all’ambiente

 

FIRENZE – “Non vogliamo intimidire nessuno, vogliamo che tutti si alzino dal letto, escano di casa e vedano quel che si sta facendo, perché è grave, e bisogna cambiare direzione”. Dopo il blitz di ieri mattina in cui 3 attivisti hanno imbrattato di vernice (all’acqua) la facciata del Palazzo del Pegaso, sede del Consiglio Regionale, il movimento Ultima Generazione spiega le ragioni della protesta contro le politiche energetiche e, nello specifico in Toscana, contro il progetto di rigassificatore a Piombino, e ne difendono le forme con cui si manifesta: “Si deve smettere di dare sussidi ai combustibili fossili, questo porta ad un disastro sanitario, economico, ci siamo nel mezzo. I nostri politici continuano a pensare al denaro e a inquinare, anziché al benessere delle persone: solo quest’estate c’è stato il 43% di morti in più per ondate di calore” ripete Irene, una delle una delle attiviste del movimento, stamani ai microfoni di Novaradio, e ribadisce: “Sono 10 anni che gli scienziati mandano lettere, nessuno li ascolta. “Abbiamo scritto lettere, firme, fatto scioperi della fame. Nessuno ci ha ricevuto. Guarda casa adesso ci rispondono”. E avverte: “Rimaniamo aperti al dialogo con i politici, ma finché non vedremo fatti, continueremo”.

Molteplici le condanne ieri arrivate dal mondo politico ed istituzionale: “Imbrattare un bene pubblico è un gesto inaccettabile che condanniamo con forza. Ancora più grave è farlo in una istituzione come il Consiglio regionale della Toscana che è la casa di tutte le cittadine e i cittadini toscani” fa sapere il presidente dell’assemblea, Antonio Mazzeo. Per il sindaco di Firenze, Dario Nardella, “questi gesti comunicano solo violenza e disprezzo per il patrimonio pubblico e le istituzioni e vanno condannati senza esitazione”.

Unica voce fuori dal coro, quella dell’assessora all’ambiente Monia Monni: “È colpa mia. Porto la colpa – precisa – di non essere riuscita a far capire che la loro urgenza è la mia”, “di non avere raccontato abbastanza del lavoro faticoso per costruire il percorso toscano di transizione” precisa, e tende la mano: “Cercatemi. Parliamoci”. E stamani ai microfoni di Novaradio, conferma la disponibilità al dialogo: “La mia porta è aperta, la mia mail e gli altri contatti sono pubblici” dice, ma al tempo stesso difende quanto la Toscana sta facendo: “Se la conversione ecologica non viene affrontata con la necessaria pragmaticità rischiamo non centrare gli obiettivi. Non si fa in un giorno e c’è bisogno di una fase di transizione che, ahimè,  è ancora fatta di fonti fossili: abbiamo bisogno del gas di Piombino e dell’Olt di Livorno” per superare questa fase, “per le nostre imprese. L’importante è quel che si fa nel frattempo, e che si tratta di una pezza su una ferita aperta”. “La transizione ecologica è sparita dal dibattito pubblico e anche dal nome del Ministero – aggiunge Monni – ma la Regione non ha mollato di un centimetro, ma le cose sono più complesse: sono d’accordo i ragazzi di UG sulle pale eoliche del Mugello? Sono d’accordo sul campo fotovoltaico di Piombino? Non sempre quello che riguarda la transizione è applaudito. Le scelte spesso sono controverse perché andiamo comunque a modificare il paesaggio”

Scritto da: Redazione Novaradio


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