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Salviamo Firenze, il Tar fa sfumare l’ultima possibilità di svolgere il referendum – ASCOLTA

today21/09/2023

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    paolo solimeno su sentenza tar 21092023

 

FIRENZE – Difetto di giurisdizione del giudice amministrativo: così il Tar della Toscana in merito al ricorso, presentato dal comitato referendario ‘Salviamo Firenze’ contro il blocco dell’iter referendario promosso in materia di urbanistica. In particolare il ricorso era stato promosso contro le due ordinanze del sindaco Dario Nardella del 31 maggio e del 31 luglio scorsi. “Una pacifica giurisprudenza delle Sezioni unite della Corte di Cassazione – si legge nel provvedimento – ha, infatti, riportato alla giurisdizione dell’A.G.O. le controversie relative ai referendum comunali”. Affermando il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, il Tar scrive che “restano salvi gli effetti sostanziali e processuali del ricorso in epigrafe, qualora il processo venga riproposto innanzi al giudice ordinario entro il termine perentorio di tre mesi dal passaggio in giudicato della presente sentenza”.

“Il Tar ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione in favore del giudice ordinario, ovviamente senza entrare nel merito del giudizio. Tutte le parti del processo sono consapevoli che la questione è dibattuta, ma riteniamo che le domande proposte dai ricorrenti imponessero al Tar della Toscana di trattare il processo. Il passare dei mesi comporta un danno grave al percorso di partecipazione popolare”. Così in una nota Paolo Solimeno, del team legale del Comitato referendario Salviamo Firenze, con riferimento alla decisione del Tar della Toscana sul ricorso contro le ordinanze di Palazzo Vecchio sull’ammissibilità dei quesiti referendari sugli studentati. “Il Comune di Firenze – prosegue Solimeno – sta resistendo per evitare, in questa consiliatura, il giudizio sul merito su cui francamente ci pare che non abbia argomenti. Valuteremo in questi giorni le azioni più efficaci per procedere. Il Comune approfitti di questo rallentamento per rendere subito operative i quesiti come clausole di salvaguardia dimostrando così che le delibere di giunta del 30 maggio non erano solo un bluff per impedire la consultazione”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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