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“No ai tagli in sanità, no all’aumento delle tasse”. Domani presidio di protesta Cisl e Uil – ASCOLTA

today22/01/2024

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    Paolo Fantappié , segr. generale UIL Toscana,22 gennaio 2024

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FIRENZE – No ai tagli alla sanità pubblica, ma anche no all’aumento dell’addizionale regionale Irpef deciso della Regione per far quadrare i bilanci: Cisl e Uil scendono in piazza domani, 23 gennaio,davanti alla sede della Presidenza regionale in piazza Duomo. Il presidio, dalle 10 alle 12, arriva nel quadro della mobilitazione nazionale partita già nell’autunno scorso contro il definanziamento del sistema sanitario della Finanziaria 2024, cui si è saldata la posizione di netta contrarietà alla “manovra” con cui la Regione ha stabilito di aumentare la quota di tasse regionali per i redditi oltre i 28.000 euro annui.

Un aumento “sbagliato e ingiusto” tuonano i due sindacati: “Non è il momento per aumentare le tasse alle famiglie e soprattutto perché non possono essere chiamati a pagare per tenere in piedi la sanità di tutti, solo lavoratori dipendenti e pensionati, su cui grava l’80% dell’aumento” dice il segretario Cisl Toscana Ciro Recce, che sarà presente alla manifestazione. “Le responsabilità sono condivise” ricorda il segretario Uil Toscana, Paolo Fantappié: “Il Governo nazionale non sta pagando le centinaia di milioni del payback, ma è comunque una situazione conosciuta da mesi per la quale la Regione non ha mai coinvolto nessun attore nell’immaginare soluzioni alternative all’aumento dell’Irpef”.

Tra le richieste dei due sindacati, l’apertura di un tavolo che coinvolga anche i “corpi intermedi” che ascolti le necessità e le richieste degli operatori del comparto, dei cittadini e dei pensionati: avviare quindi un confronto sul bilancio per individuare le misure più adatte a ridurre la spesa senza ricorrere agli aumenti fiscali, aprire una discussione sulla riforma dell’organizzazione del sistema orientata “ad un servizio di prossimità” e avviare con le Categorie di riferimento un confronto sull’efficientamento del servizio stesso, senza per questo dover tagliare posti di lavoro, sia in termini di unità che di riduzione delle stesse ore lavorative.

Scritto da: Redazione Novaradio


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