Sabato 24 febbraio alle ore 15 nel Salone de’ Cinquecento si svolgerà la conferenza internazionale “Pace e giustizia in Medio Oriente, focus Palestina”. L’iniziativa, che si inserisce nel quadro degli incontri promossi dal Consiglio Comunale di Firenze “Se vuoi la pace, prepara la pace”, ha attirato la critica in queste ore del Console onorario dello Stato di Israele in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia Marco Carrai che ha criticato per la scelta gli organizzatori e screditato allo stesso tempo i vari relatori previsti.
Al Console ha risposto il Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani che ha ricordato quanto sia “urgente il tempo di una cultura diversa: la cultura della Pace. Per questo sono stati organizzati quattro incontri offrendo a tutti pari dignità e cittadinanza – ha detto Milani – Il primo impedimento alla nascita ed alla diffusione di questa nuova cultura è l’incapacità di mettersi nei panni dell’altro. E questo, ancora una volta, lo dimostra il Console di Israele in Toscana”. “Dalla città di Firenze – ha concluso il Presidente del Consiglio Comunale – deve partire una sfida a questa rassegnazione alla guerra giusta”.
Alla conferenza di Sabato 24 febbraio interverranno Ilan Pappé (storico dell’Università di Exter), Francesca Albanese (relatrice speciale sui diritti umani nei territori palestinesi per l’ONU), Mustafa Barghouti (membro del Consiglio legislativo palestinese), Ruba Salih (antropologa università di Bologna) e Sarit Michaeli (B’Tselem). Un parterre di livello internazionale di cui gli organizzatori, tra i quali anche Arci Firenze, rivendicano l’altissimo profilo. E proprio da alcune delle organizzazioni promotrici della Conferenza è arrivata una lunga ed articolata risposta al Console Carrai.
Questa la nota integrale diffusa da alcune delle realtà organizzatrici della conferenza “Pace e giustizia in Medio Oriente, focus Palestina”:
A nome di alcune delle organizzazioni promotrici della conferenza, registriamo con sconcerto e rammarico la scomposta nota diramata ai media da parte di Marco Carrai, Console Onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, in riferimento alla conferenza “Pace e Giustizia in Medio Oriente – focus Palestina” promossa in Palazzo Vecchio per il 24 febbraio alle 15:00, dal Consiglio Comunale di Firenze e dalle oltre ottanta organizzazioni della società civile fiorentina che hanno aderito al documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente”.
La nota, purtroppo, è basata su una sequenza di imprecisioni e infondatezze, che non dovrebbero essere la cifra argomentativa del rappresentante di uno Stato, come nel caso del Console. Nella nota si attaccano tanto gli organizzatori dell’iniziativa quanto, e soprattutto, i relatori invitati, tutte figure di alto spessore, riconosciute a livello internazionale.
Nello specifico, Francesca Albanese è la Special Rapporteur delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, approdata a questa carica dopo anni di studio e di esperienza. Insieme a Unrwa, l’agenzia ONU per i profughi palestinesi, la dott.ssa Albanese viene attaccata nella nota di Carrai, delegittimando, in piena linea con le politiche dello Stato di Israele negli ultimi anni, le istituzioni internazionali, compresa, di recente, la Corte Internazionale di Giustizia: tutte organizzazioni definite avverse allo Stato di Israele, solo per aver posto questioni legittime e basate su dati di fatto e sul diritto internazionale, seppure non gradite allo Stato di Israele.
Mustafa Barghouti è stato anche definito il Gandhi di Palestina, ed è stato candidato al Premio Nobel per la Pace nel 2010. E’ parlamentare di un partito che rifiuta l’uso della violenza, ed è memorabile la sua presenza, qualche anno fa, a Khan Al Ahmar, tra i pochi parlamentari palestinesi a difendere a mani nude e con il proprio corpo una comunità di beduini che, in territorio palestinese, veniva spazzata via dai bulldozer e dalle armi dell’esercito israeliano.
Ruba Salih, invece, accademica palestinese che ha vissuto molti anni in Italia, esperta di questioni di genere e di diritto, sarebbe pericolosa perché partecipa al dibattito internazionale sulla possibile pulizia etnica in corso a Gaza in questi mesi: peccato che è un tema discusso ad ampio livello internazionale. Del resto, a Carrai non sarà sfuggito che la stessa Corte Internazionale di Giustizia ha istruito un processo contro Israele, invitandolo ad astenersi da ulteriori pratiche militari che possano portare al genocidio del popolo palestinese.
Sarit Michaeli è una rappresentante di B’tselem, organizzazione israeliana riconosciuta a livello internazionale per il proprio impegno a favore del rispetto e della promozione dei diritti umani dei palestinesi, sotto occupazione da parte dello Stato e dei coloni israeliani. Un lavoro meritorio, fatto senza il ricorso ad alcuna pratica violenta; eppure Carrai riduce Michaeli a persona con poco equilibrio mentale, arrivando a negare l’occupazione del territorio palestinese, definita dal diritto internazionale e oramai riconosciuta anche dalle destre più estremiste in Israele. Sarebbe bene che un Console riconoscesse il diritto internazionale, per quanto magari sgradito.
Infine, Ilan Pappè, storico israeliano di altissimo livello internazionale, invece che sbeffeggiato, insieme a Michaeli, andrebbe ringraziato e ascoltato, in quanto strenuo sostenitore di una soluzione assolutamente pacifista ed egualitaria della questione israelo-palestinese. Al contrario, il governo israeliano, e quindi il Console Carrai che lo rappresenta, continuano a sostenere pubblicamente che non esiste alcuna opzione per l’autodeterminazione del popolo palestinese.
Inoltre, è bene ricordare al Console, che il documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente”, che ha favorito l’organizzazione di questa conferenza, condanna chiaramente l’azione terrorista del 7 ottobre scorso, senza alcuna reticenza. Le organizzazioni promotrici del documento sono da anni impegnate per l’applicazione del diritto internazionale, contro ogni discriminazione e per fare della memoria un impegno che accompagni tutti e tutte ogni giorno, e dia un senso alla parola giustizia, ovunque.
Non c’è più tempo per nascondersi dietro considerazioni semplicistiche e accuse confuse: è invece il tempo di favorire la conoscenza di un mondo che parla e pratica la pace, il dialogo e i diritti umani, come coloro che parteciperanno alla conferenza di Palazzo Vecchio. Nei contesti democratici, che vantano istituzioni internazionali, una società civile libera e mondo accademico indipendente, è giusto e legittimo porre questioni che attengono al diritto internazionale, ai diritti umani e alla loro applicazione, soprattutto presentando esperienze, pratiche e testimonianze di pace e di non violenza.
Sulle dichiarazioni di Carrai sono arrivate anche le parole dei Consiglieri comunali di Sinistra Progetto Comune Bundu e Palagi: “Ci risiamo. Il Console onorario di Israele lancia altri anatemi. Di nuovo a danno di Palazzo Vecchio. Probabilmente per lui è inaccettabile che esista una pluralità di idee. Tutto deve corrispondere a cosa lui crede e valuta”. “È preoccupante questo modo di porsi – dicono ancora Bundu e Palagi – Perché il Console onorario si lega a un potere esecutivo, rispetto al quale – in ogni democrazia – c’è necessità di rispettare le altre forme di rappresentanza elettiva. Inoltre manca di rispetto a realtà associative storiche e radicate sul territorio, i cui caratteri distintivi sono antirazzismo e antifascismo”.