FIRENZE – Si è inaugurata oggi al Memoriale delle deportazioni di Firenze (viale Donato Giannotti 81-8) la mostra intitolata “Progettare la memoria – Lo studio BBPR: i monumenti, le deportazioni”, dedicata ai progetti per monumenti e memoriali in memoria delle vittime dei campi nazisti realizzati dallo studio di architettura BBPR, uno dei più noti e influenti del dopoguerra e “autore”, con il coinvolgimento di altri artisti, del Memoriale italiano ad Auschwitz oggi cuore del nuovo polo della Memoria nel capoluogo toscano.
La mostra, un percorso tra schizzi, immagini, documenti d’archivio e le fotografie di Nanni Fontana, è stata progettata e realizzata dall’Associazione Nazionale Ex Deportati nei Campi Nazisti e fa tappa a Firenze grazie al sostegno della Regione Toscana e del Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato, in collaborazione con il Comune di Firenze e il Comune di Prato. Attraverso un percorso fotografico e documenti provenienti da numerosi archivi, l’allestimento, aperto fino al 2 dicembre, presenta il Monumento ai Caduti nei campi di concentramento nazisti presso il cimitero Monumentale di Milano (1945), il Memorial di Gusen (1964), il Museo-Monumento al deportato politico e razziale di Carpi (1973, il Memoriale in onore degli italiani caduti nei campi di sterminio di Auschwitz (1980), la cella italiana nel campo di Ravensbrück (1997) e il Monumento al deportato al Parco Nord Milano (1998).
L’esposizione svela la genesi di queste opere e l’originale metodo di lavoro di uno dei più noti studi di architettura italiani del secondo dopoguerra. Gian Luigi Banfi e Lodovico Barbiano di Belgiojoso erano componenti dello studio BBPR con Enrico Peressutti ed Ernesto Rogers, che subirono in prima persona la deportazione a Mauthausen per il loro impegno nelle fila del Partito d’Azione negli anni della Resistenza. Gian Luigi Banfi cedette alle dure condizioni del Lager e morì a Gusen nell’aprile 1945. Ispirato da un forte impegno civile e da un grande spirito di collaborazione e multidisciplinarietà, negli anni dopo la guerra lo studio si avvale anche del contributo di importanti esponenti della cultura. Ne è un esempio proprio il Memoriale di Auschwitz, ora ospitato a Firenze, nella cui realizzazione sono stati coinvolti Pupino Samonà, Luigi Nono e Primo Levi.
I curatori della mostra sono Giuliano Banfi, Gaia Carboni, Dario Venegoni e Leonardo Visco Gilardi per conto dell’ANED, in collaborazione con Alberico Barbiano di Belgiojoso, Fondazione Memoria della Deportazione e Fondazione Fossoli. Consulenza per l’Architettura di Maria Vittoria Capitanucci, fotografie di Nanni Fontana, progetto espositivo e allestimento di Navone e Associati, progetto grafico di Eva Scaini. La mostra si può visitare dal venerdì al lunedì dalle 10 alle 13, la domenica metropolitana anche dalle 15 alle 18.